mercoledì 19 gennaio 2011

La città di Grattanubi

Grattanubi era la città più moderna del mondo.
Così moderna che non aveva più niente da inventare. Per le strade si vedevano solo robot. Non c'erano medici, né maestri, né vigili, né elettricisti...tutti i lavori erano fatti dai robot.
Se uno si ammalava, veniva curato da un robot. Se doveva comperare qualcosa, mandava un robot. I fanciulli avevano un robot per studiare e un altro per giocare.
Gli abitanti non si conoscevano tra loro, perché non uscivano mai di casa. Tutto ciò di cui avevano bisogno lo avevano in casa; o quasi tutto.

C'era una cosa sola che non avevano, e di cui tutti avevano bisogno: la gioia.
L'infermità tipica di quella città era la tristezza. I robotmedici non sapevano come curarla. Erano tutti così triati che non sapevano neanche ridere.
Così era la città di Grattanubi

Un giorno arrivò in città un giovane. Veniva da un piccolo paese chiamato Grattasuolo. Lo avevano mandato in quella città perché imparasse le sue invenzioni e così potesse modernizzare il suo paese. Ma il giovane non trovava nessuno da interrogare. Passò tutto il giorno per le strade, ma incontrava soltanto robot. Non vide nessuna persona. Era ormai stufo di tanti robot e di tante invenzioni. Dov'erano le persone di quella città?

Cominciò a capire che quella città era così moderna che le macchine se ne erano impossessate e le persone erano dominate dalle loro invenzioni.
Camminando per una strada, sentì qualcuno che piangeva.
Finalmente una persona! Andò di corsa verso essa.
Si affacciò a una finestra e vide un bambino che piangeva.
Il giovane cominciò a parlargli, poi entrò dalla finestra e lo fece giocare. Il fanciullo cominciò a sorridere, poi a ridere, e infine a scoppiare in risate che si sentivano in tutto il vicinato.

Quelle risate ebbero un effetto magico.
Tutte le persone che stavano chiuse nelle loro case si affacciarono alle finestre.
Erano anni che i bambini non ridevano. Cominciarono a uscire sulla strada per vedere colui che rideva. In poco tempo la strada si riempì di gente venuta da tutte le parti. E ben presto furono tutti contagiati dalle risate.
In breve, ridevano tutti insieme. Nessuno riusciva a smettere di ridere.
Tutta la città continuò a ridere per tutta la settimana. La malattia della tristezza scomparve completamente.
La città ringraziò il giovane perché aveva portato la gioia.
Molto contento e soddisfatto, il giovane tornò al suo caro paese, perché aveva scoperto che a Grattasuolo avevano sempre conservato la migliore invenzione di tutte: la gioia condivisa.

"La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio, dopo l'amore" (San Giovanni Bosco)

1 commento:

  1. bellissimo racconto...una metafora dei tempi che viviamo.Sempre presi da tutto e da niente,non sappiamo più gioire di nulla...ma cosa c'è di più bello dei rapporti umani di una bella giornata in compagnia e una bella risata...pensare i tempi in cui eravamo felici solo per il fatto di trovarci tutti assieme....e al momento di lasciarci dicevamo: "Bella giornata" Amore Gioia doni di DIO da accudire nel nostro cuore con tanto Amore

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