mercoledì 16 febbraio 2011

E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire

Non dobbiamo vergognarci della croce del Salvatore, ma anzi gloriarcene. Perché se è vero che la parola della croce è « scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani » (1 Cor 1, 18.23), per noi è fonte di salvezza. Se per quelli che vanno in perdizione è stoltezza, per noi che siamo stati salvati è fortezza di Dio. Infatti non era un semplice uomo colui che diede la vita per noi, bensì il Figlio di Dio, Dio fatto uomo. Se una volta quell'agnello, immolato secondo la prescrizione di Mosè, teneva lontano l'angelo sterminatore, non dovrebbe avere maggior efficacia per liberaci dai peccati « l'Agnello che toglie il peccato del mondo » (Gv 1, 29) ?

Sì, Gesù ha veramente sofferto per tutti gli uomini. La croce non era un simulacro. Altrimenti anche la redenzione sarebbe stato un simulacro. La morte non era un'illusione ; la Passione fu reale. Cristo è stato veramente crocifisso ; non dobbiamo vergognarcene. È stato crocifisso ; non dobbiamo negarlo. Anzi, lo dico con fierezza...Riconosco la croce perché ho conosciuto la risurrezione. Se il crocifisso fosse rimasto nella morte, forse non avrei riconosciuto la croce e l'avrei nascosta, come pure avrei nascosto il mio Maestro. Invece la risurrezione ha fatto seguito alla croce, e non mi vergogno di parlare di essa.

meditazione di
San Cirillo di Gerusalemme (313-350),
vescovo di Gerusalemme, dottore della Chiesa

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