lunedì 28 febbraio 2011

Alla fine li hanno cacciati

Poteva sembrare una bestemmia che "scappa" e ce se ne accorge dopo oppure una parola mal pronunciata e mal intesa e invece a più di qualcuno si e insinuato il dubbio che sia un incidente programmato e messo in scena al momenta opportuno per fare ascolti e tenere accesi i riflettori. L'ha pensata cosi anche il direttore dell’Avvenire, il quotidiano dei nostri vescovi, Marco Tarquinio, a proposito di quello che è successo nella trasmissione Grande Fratello. E non è la prima volta e neppure nelle prime puntate, ma puntualmente quando il gradimento della trasmissione comincia a ondeggiare. I tre interessati cacciati sono convinti che siano stati gli "effetti mediatici" a sancire la loro esclusione. Ma effetti mediatici sono anche ritorno pubblicitario. Moralmente bisogna distinguere tra bestemmia e bestemmia: c'e chi lo fa senza rendersi conto e senza volerlo, come intercalare di pessima educazione e volgarità. Ce invece chi le dice "scientificamente", volendo bestemmiare, senza pudore e rispetto. Se sul piano etico bisogna introdurre una sorta di "gradualità", su quello umano e comportamentale non ci sono attenuanti. Se poi, invece di restare nell'ambito privato si amplifica davanti al pubblico televisivo, allora le conseguenze e le responsabilità sono ancora maggiori.
Marco Tarquinio sottolineava: mentre nel mondo ci sono decine di milioni di persone che soffrono e vengono uccise per la loro fede, mentre ci sono cristiani condannati a morte per blasfemia solo perchè non rinunciano alla nostra fede in Gesù Cristo, in Italia - culla del cristianesimo e cuore della cattolicità - non si fa solo spettacolo dell'offesa a Dio e alla buona edu¬cazione che accomuna credenti e non credenti, ma si mette in scena anche il rito dell'indulgenza verso un'autentica blasfemia espressa nella sua forma più volgare e urtante".
Confesso la mia più totale e assoluta allergia allo spettacolo il Gran¬de Fratello e trovo sostegno in molti che lo considerano oggettivamente offensivo per i valori negativi che esprime e per le deprimenti situazioni che mostra, diffondendo una cultura fatua, insulsa, ipocrita e priva di realtà, fortemente diseducativa. Mi rimase impresso il titolo che i Corriere della Sera dedicò al confronto tra una trasmissione Rai dedicata a Lourdes in occasione del centenario delle apparizioni e lo spettacolo di Mediaset trasmessi nella stessa serata: "Grande Fra¬tello batte Lourdes". La differenza era di poche migliaia di spettatori. La sorpresa non era per i pochi spettatori interessati alla trasmissione religiosa, ma per i cinque milioni e quattrocento mila che passavano la serata a guardare la vita dal buco della serratura di pochi bamboccioni. Scandalizzarci e protestare per una bestem¬mia è troppo poco, è I'esistenza di ben 11 anni del Grande Fratello la vera offesa e insulto al pubblico televisivo. E rifiutando certi programmi tv è I'arma più forte di cui disponiamo. Manifestando il mio disappunto ad un giornale serio per lo spazio che dava ogni giorno alla trasmissione, mi vidi rispondere: ci sono alcuni che la pensano come lei, altri che la pensano esattamente al contrario. Appunto, ne sono convinto.

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