lunedì 12 dicembre 2011

Se Dio è Amore, perché il male, la guerra, la sofferenza?


Perché Dio permette la sofferenza, la malattia, la morte di innocenti come i bambini?
La presenza del male nel mondo è un mistero che non comprendiamo pienamente e al quale alcune religioni non danno nessuna risposta sufficiente (destino, illusione, tutto proviene da Dio, bisogna solamente fuggirlo…)

Tuttavia, si possono cercare elementi di risposta:
1) La frase “Dio è amore” implica, per logica, che Egli ci ha lasciati liberi. L’amore senza la libertà è una violenza. Una buona azione imposta è schiavitù.
2) Dio non vuole fare di noi delle marionette.
3) Dio è il primo a soffrire per il male. Se noi, che siamo così preoccupati di noi stessi, possiamo rattristarci per la sofferenza subita da un altro, quale non sarà la pena del cuore di un Padre che ama tutti? È assolutamente falso immaginarlo spettatore indifferente, o anche crudele, di tutto il male commesso sulla terra.
4) Dio è innocente verso il male. Egli non lo ha mai voluto e non lo ha creato, ma ha lasciato all’uomo il tesoro della libertà. Tesoro che invece è stato utilizzato in modo scorretto, per allontanarsi da Dio.
In questo modo il peccato, e con lui la morte e la sofferenza, sono potuti entrare nel mondo.
5) L’uomo può, ancora oggi, orientare questa libertà d’azione verso il bene come verso il male. Può scegliere di dirigerla verso la strada che Dio ha mostrato (nella Bibbia, nella nostra coscienza, attraverso il Magistero della Chiesa), o verso gli egoistici cammini di morte (dominio, possesso senza divisione…).
6) Se gli uomini accettassero di vivere pienamente il Vangelo, allora tutte le forme di guerra, omicidio, violenza, furto, divorzio, fame, subito sparirebbero. Dio dona la forza di vivere le emergenze radicali (così come hanno testimoniato grandi personaggi come Madre Teresa, Martin Luther King, e tanti altri). Il mondo avrebbe allora un aspetto ben differente. Ma pur essendoci una via che offre la felicità, o almeno la dignità per tutti, essa è esigente e ben pochi accettano di viverla veramente. Non si può per questo rendere Dio responsabile.
7) Il mondo e tutta la creazione è stata affidata all’uomo, che può scegliere di distruggerla o di farla prosperare.
8) La risposta ultima che Gesù ha dato alla sofferenza è di averla presa su di Lui, attraverso il sacrificio della croce, e di aver amato gli uomini pur all’interno di questa sofferenza. Facendo questo, ogni uomo che soffre può unire il proprio dolore a quello di Gesù, e può trovare in Gesù la forza per dare un senso alla propria vita. La forza di amare malgrado il tormento, anche all’interno del tormento.

La sofferenza è divenuto il luogo misterioso dello sviluppo del cuore, capace di amare Dio e i propri fratelli in una nuova dimensione.

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