lunedì 5 dicembre 2011

Ostacoli e Appuntamenti fissati fin dall’eternità…


In modo del tutto nuovo ho meditato il celebre passo della conversione di Zaccheo. Non mi ero mai soffermato su alcuni particolari che mi hanno fatto riflettere molto nel brano di Luca 19,1-10. Gli ostacoli superati da Zaccheo sono gli stessi salti che siamo chiamati a fare ogni giorno per poter incontrare Gesù davvero e cambiare la qualità della nostra vita nella pienezza della sua Gioia! La dove è il tuo cuore sarà il tuo tesoro…

“Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla”. Zaccheo, pubblico peccatore che probabilmente ha fatto soffrire molte persone per la sua avidità ed egoismo è spinto da una semplice curiosità e cerca di vedere chi sia questo Gesù di Nazareth di cui tanto si sente parlare, ma trova il primo ostacolo nella folla. Una prima riflessione mi porta a interrogarmi quante volte io sia “ostacolo” per l’incontro tra Gesù e le persone che lo cercano, magari spinte da motivazioni superficiali inizialmente, ma che potrebbero aprirsi a nuovi orizzonti di fede e redenzione. Inoltre mi chiedo quali siano ancora oggi gli ostacoli per la mia persona all’incontro nel quotidiano con Dio. Chi o che cosa si pone come barriera… Se non rispondiamo a queste domande il brano della nostra vita o della vita di tanti potrebbe concludersi così, con un blocco che non permette a Dio di operare per i nostri no o per la nostra “durezza di cuore”.

Un secondo ostacolo per Zaccheo è descritto da Luca con l’espressione: “poiché era piccolo di statura”. Questo particolare mi ha fatto riflettere alle mie “piccolezze di statura” a tutti i livelli, non tanto fisica, ma morale, di cuore…A questa difficoltà Zaccheo ovvia in un modo eccellente: “Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là”. Il “sicomoro” è la figura fondamentale del brano e l’atteggiamento del correre provandole tutte è la spinta che permetterà l’incontro con Gesù. Ciascuno di noi deve trovare il “sicomoro” su cui elevarsi, su cui poggiare, se la folla ci ostacola, se i nostri limiti ci schiacciano. In primis possono esserlo il padre spirituale, persone più avanti di noi nel cammino con cui farci aiutare. Per eccellenza deve esserlo Maria, la “Ianua Coeli”, punto saldo nella nostra vita, la Madre affidataci sotto la Croce! Da qui allora potremmo divenire noi sicomoro per altri!

Il fatto che Zaccheo corra e sia puntuale all’appuntamento mi fa pensare a non perdere tempo ed occasioni, perché a volte i treni della vita passano in un determinato luogo e ad una determinata ora: “Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua»”. Il “devo” di Gesù rafforza in me la convinzione che ci siano appuntamenti fissati fin dall’eternità per ciascuno di noi e che dipenda molto da noi, dal non esser ripiegati su noi stessi, ma dall’amare e dal cercare che possiamo riconoscerLo e ascoltare i suoi “inviti”.

Ritorna lo zelo e soprattutto un altro elemento centrale: “In fretta scese e lo accolse pieno di gioia”. Accogliere Dio non è cosa da poco, accoglierlo con gioia ancora più difficile se in noi non c’è quella ricerca vera ed autentica, quella spinta alla Verità, quella sete di pienezza che solo Dio può dissetare…
Zaccheo, dalla bassezza della sua condizione morale, dalla bassezza della sua statura, si alza! Risorge! “Alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Perché nella vita di tutti noi ogni giorno ci si possa “rialzare” e “salvare” è necessaria la concretezza dell’amare per primo, del riparare “quattro volte tanto” là dove prima abbiamo ferito e fatto del male seguendo il nostro “io”.

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