martedì 20 dicembre 2011

Pregare è mettere e tenere il nostro piccolo cuore nel Grande Cuore di Dio.


Fermarsi nella vita è più che indispensabile. Senza ascoltare il proprio cuore non si può arrivare a trovare la via d’uscita. In questi giorni ero un po’ appesantito dalla fatica, dalla stanchezza, dalle troppe cose da fare, da brutte notizie che come una mannaia cadono improvvise… Questo senso di nausea, di rifiuto, di stanchezza… Ero preoccupato. Mi dicevo: ho perso la Pace! Come posso donare pace e gioia se non ce l’ho?

Allora mi sono fermato. Ho pregato. Ho pianto nel cuore desiderando Dio come non mai. Avevo capito di essermi fatto prendere dal delirio d’onnipotenza illudendomi di poter risolvere il problema della “fine del mondo” con le mie sole forze, così sono uscito da quel cono d’ombra luminoso della Luce di Dio. Mi sono lentamente allontanato dal Cuore di Dio e dal Cuore Immacolato di Maria. Appena mi sono fermato in preghiera in modo accorato, subito la Luce è tornata a splendere, la Pace a rinascere. Pregare è mettere e tenere il nostro piccolo cuore nel Grande Cuore di Dio. Allora in modo del tutto nuovo oggi mi sono suonate queste parole di sant’Agostino:

Il tuo desiderio è la tua preghiera.
Dal «Commento sui salmi» di sant’Agostino, vescovo
(Sal 37, 13-14; CCL 38, 391-392)
«Mi faceva urlare il gemito del mio cuore» (cfr. Sal 37, 9). C’è un gemito segreto del cuore che non è avvertito da alcuno. Ma se il tormento di un desiderio afferra il cuore in modo che la sofferenza intima venga espressa e udita, allora ci si domanda quale ne sia la causa. Chi ascolta dice fra sé: Forse geme per questo, forse gli è accaduto quest’altro. Ma chi lo può capire se non colui ai cui occhi, alle cui orecchie si leva il gemito? I gemiti, che gli uomini odono se qualcuno geme, sono per lo più i gemiti del corpo, ma non è percepito il gemito del cuore. Chi dunque capiva perché urlava? Aggiunge: «Ogni mio desiderio sta davanti a te» (cfr. Sal 37, 10). Non davanti agli uomini che non possono percepire il cuore, ma «davanti a te sta ogni mio desiderio». Se il tuo desiderio è davanti a lui, il Padre, che vede nel segreto, lo esaudirà.
Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. L’Apostolo infatti non a caso afferma: «Pregate incessantemente» (1 Ts 5, 17). S’intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio o prostrati o con le mani levate per obbedire al comando di pregare incessantemente? Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione. Ma v’è un’altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio. Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare. Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare. Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce. Tacerai, se smetterai di amare. Tacquero coloro dei quali fu detto: «Per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà» (Mt 24, 12). La freddezza dell’amore è il silenzio del cuore, l’ardore dell’amore è il grido del cuore. Se resta sempre vivo l’amore, tu gridi sempre; se gridi sempre, desideri sempre; se desideri, hai il pensiero volto alla pace.
«E davanti a te sta ogni mio desiderio» (Sal 37, 10). Se sta davanti a Lui il desiderio, come può non essere davanti a Lui anche il gemito che è la voce del desiderio? Perciò egli continua: «E il mio gemito a te non è nascosto» (Sal 37, 10), ma lo è a molti uomini. Talora l’umile servo di Dio sembra dire: «E il mio gemito a te non è nascosto»; ma talora pare anche che egli rida: forse che allora quel desiderio è morto nel suo cuore? Se c’è il desiderio, c’è pure il gemito: questo non sempre arriva alle orecchie degli uomini, ma non cessa di giungere alle orecchie di Dio.

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