lunedì 25 aprile 2011

Emmaus è qui!

Meditando Luca 24,13-35 ho sentito nel cuore questa frase: “Emmaus è qui!” In effetti… Emmaus è qui! Emmaus è a portata di tutti noi oggi!

Il brano che ci narra la dipartita da Gerusalemme verso Emmaus di due discepoli che non appartengono alla cerchia dei dodici ci presenta molti elementi particolari e misteriosi. Innanzitutto vediamo Cleopa, forse il futuro successore di Pietro a Gerusalemme e un altro discepolo di cui non si sa il nome.

Luca è un medico, ha scritto con “fonti documentate” e dopo “un enorme lavoro” come lui stesso annota, possibile abbia commesso un così grossolano errore? Oppure appositamente non ne svela il nome perchè ognuno di noi ci si possa identificare!?

Questi due discepoli se ne vanno dal Cenacolo il giorno dopo che Gesù è apparso alle donne e che Pietro e Giovanni si sono precipitati alla tomba vuota; i due discepoli sono ormai già a 11 chilometri dalla Città Santa e non sono neppure andati a verificare se questi fatti siano veri, non sono andati alla tomba, se ne stanno andando chiusi nel loro sconforto e divisi tra loro mentre “conversano e discutono” a tal punto da avere “gli occhi impediti” a riconoscere Gesù che si pone sul loro cammino. Sono davvero convinti che tutto sia finito. E’ pazzesco pensare che due delle persone che hanno seguito Gesù per un periodo siano così chiuse e incapaci di fede. Nella narrazione ogni verbo utilizzato è al passato, in greco sono declinati all’auristo, cioè in un passato chiuso e senza possibilità di riapertura. Solo un verbo è declinato al presente: “Egli è vivo!” La loro speranza era politica e si capisce da come hanno spiegato a Gesù stesso gli eventi della passione: “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; […] alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il corpo, sono venute a dirci di avere avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che Egli è vivo.” Il centro è qui: egli è vivo! Loro non ne sono consapevoli, ma questa realtà li trascende!

Ho riflettuto su questo e mi è venuto in mente quest’esempio: in questo istante, ovunque noi siamo, siamo oltrepassati da tantissime onde radio; ci sono al di là che noi le percepiamo, sono una realtà; le potremo ascoltare, verificarne la presenza solo se avessimo un apparecchio idoneo e una antenna capace di canalizzarle, di captarle. Così accade per il mondo spirituale e in modo speciale per la presenza del Risorto! Il nostro cuore ha l’antenna e la capacità di decodificare la Sua presenza se alcune cose si mettono insieme. Questi due discepoli avevano tutto meno che la competenza del cuore. Sapevano che Gesù era “un profeta potente in opere e parole”, ma non erano capaci di riconoscerlo. Così accade anche nella nostra vita presente che mentre siamo con Lui ci parliamo, lo tocchiamo, è presente in una situazione in cui viviamo quotidianamente, in un dolore, in un povero o in un prossimo da accogliere o in un’unità con dei fratelli, ma non lo riconosciamo; e per assurdo nel momento in cui ci rendiamo conto che “Egli è vivo!” ed è proprio Lui, allora “scompare alla nostra presenza” e si fa presente nell’assenza, in una nuova forma nascosta.

“Stolti e tardi di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!” è il rimprovero di Gesù che spiega loro le Scritture dell’Antico Testamento in riferimento a Se Stesso, le stesse che poi gli Apostoli hanno messo nei Vangeli e nelle Lettere che oggi meditiamo.

“Furono aperti loro gli occhi e lo riconobbero”, il loro cuore “ardeva” e riesce a captare e a decodificare la sua presenza solo in tre momenti che per noi sono la via di come e quando lo possiamo riconoscere:

-nello spezzare il pane, per cui nell’Eucarestia come sacramento, e dunque nell’adorazione dove è presente Cristo Risorto, nell’essere assemblea celebrante nella Messa, nel realizzare ciò che riceviamo divenendo pane spezzato e sangue versato nel dono di noi stessi;
-mentre spiegava le Scritture, per cui nel meditare la Parola di Dio, nel cercare di viverla alla lettera e nel pregare con essa investendoci del tempo finchè il cuore non ci arde in petto;
-mentre conversava con loro, per cui nell’intimo dialogo col Maestro vivendo la preghiera incessante del cuore.

Capite allora che Emmaus è qui!? L’Apparizione di Emmaus inaugura la possibilità di incontrare il Risorto per tutti, compresi coloro che non fanno parte della cerchia dei dodici, e rispetto alle altre apparizioni si connota come sempre ripetibile nello spezzare il pane, nelle Scritture e nel conversare con Lui!

Con la Resurrezione Dio non dice delle parole per confortarci, Lui che è la Parola incarnata, ma compie un fatto: risorge ed è presente in una apparente assenza! Là dove c’era un punto e definitivo: “Chinato il capo spirò.” ha aggiunto una virgola! Là dove c’era un muro alla fine della strada, ha aperto un sentiero invisibile che solo il cuore può percepire e percorrere! Ha riaperto ogni discorso, non risolveldo i nostri interrogativi, ma il vero unico e grande problema da cui tutto sembrava sepolto: dopo la morte c’è la vita e già ora questa vita può essere il Paradiso sulla Terra!

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