giovedì 28 aprile 2011

Dalla teoria alla pratica nella preghiera (parte terza)

I canali che noi possiamo adoperare sono la mente, la volontà, le emozioni, l’immaginazione, la memoria. Tutti da purificare, ma tutti da usare. Gesù stesso li ha usati. Il vero salto di qualità però è la preghiera dell’innamorato. Dobbiamo chiedere insistentemente a Dio di farci innamorare di Lui. Solo da innamorati riusciremo a far coincidere la nostra piccola volontà con la sua: Non chi dice “Signore! Signore!” entrerà nel regno, ma chi fa la volontà del Padre mio! (Mt 7,21). Il che significa che la preghiera dell’in manus tuas diviene stile di vita.

Oggi concludiamo con questo ultimo passaggio: avere alcune attenzioni in REGOLE PRATICHE che ci aiutino ad usare bene i CANALI della preghiera. Alcune regole pratiche che possono aiutare a vivere i passaggi descritti:

Dialogare, perciò vivere un rapporto io-Tu con Dio, se addirittura si riuscisse vivere un preghiera trinitaria trasformando le nostre normali preghiere spontanee in preghiera in cui coinvolgiamo tutta la Trinità: Padre, grazie per… ti chiedo nel nome di Gesù di… grazie allo Spirito Santo… ecc.. Esercitarsi nell’utilizzo di poche parole, con sobrietà, ma quelle poche siano forti e fondamentali: Padre, Figlio, Spirito Santo, Gesù, Salvatore, Via,Verità, Vita, Amore, Sangue…
Invocare lo Spirito Santo sempre, il più spesso possibile, sempre all’inizio e lodarlo alla fine. Lui è il paraclito, cioè “colui che ci sta accanto” al posto di Gesù, che ci conduce fino al Suo ritorno Glorioso! Viene in aiuto alla nostra debolezza e prega in noi conducendo la preghiera (Rm 8, 26-27). Il nostro sguardo sia rivolto a Dio, non a noi, poche parole, molto cuore, vivere il tutto con calma, tenere viva la concentrazione avendo posizioni comode per la schiena (meglio in ginocchio con la schiena ritta o seduti con la schiena appoggiata la muro ad angolo retto; gli occhi chiusi o aperti concentrati sull’Eucarestia; se si è soli pregare anche a voce alta se si vuole, allargando le braccia rivolgendo le mani a Lui…). Se ci distraiamo riprendere subito la concentrazione. Se i pensieri sono troppi, trasformali in preghiera dando loro un finalità.
Allenarsi molto nella preghiera di lode. Meglio vivere preghiere di solo ringraziamento, che preghiere di sole lamentazioni e domanda. Guarda a tutto ciò che hai: vita, doni, creato, fede, talenti,…
Pregare per capire la volontà di Dio, interrompere la giornata varie volte chiedendo a Dio: cosa vuoi che io faccia? Scorgere in ciò che il fratello ci dice, negli eventi, nel silenzio del cuore, la sua volontà. Imparare ad ascoltare Dio nel quotidiano. Far scaturire dalla preghiera alcune nostre decisioni pratiche: raccogliere tutti i dati di una situazione, sentire tutti i pareri, pensarci spaccandoci il cervello, ma poi in silenzio presentare tutto a Dio e ascoltare le mozioni interiori. Infine, in buona fede scegliere una strada, anche se incerta, perché ci si fida di Dio e si crede sia la scelta migliore. L’obbedienza ai superiori è la via maestra, ma non deve essere via di comodo, di de- responsabilizzazione, deve essere scelta attiva con essi avendo fatto anche noi il nostro discernimento. Vivere la preghiera per i piccoli e grandi discernimenti.
Vivere sempre la preghiera prima dell’azione. Attingere forza dalla lode e dall’invocazione dello Spirito Santo su di noi, su ciò che stiamo accingendoci a fare chiarendo in preghiera che non è per noi, ma per la gloria di Dio. La preghiera deve essere preparazione all’amare. Anche se breve, pregare sempre in modo forte e intenso prima di ogni azione, soprattutto se sono difficoltà da affrontare.
Passare dalla preghiera di sola presenza alla concentrazione profonda allenando anche il nostro corpo a stare davanti all’Eucarestia, a stare in silenzio, a stare raccolto, a stare con gli occhi chiusi senza addormentarsi, immersi nel pensiero nella sua presenza, usando anche l’immaginazione e le facoltà che Dio ci ha donato. Va curata molto la compostezza e la calma. Per allenarsi può essere utile anche in questi momenti ripetere un frase a ritmo del respiro.
Scegliere con accuratezza anche il tempo più idoneo per la nostra concentrazione e il luogo (per alcuni può essere un campo, in montagna, per altri la propria camera o la chiesa…). Un ottima idea è il crearsi un angolo di preghiera nella propria camera e avere un orario fisso organizzandosi la giornata.
E’ importante poi accettare le nostre responsabilità, essere costanti, essere precisi e veri nel dialogo con Dio, essere metodici nella preghiera (almeno all’inizio). Altrettanto fondamentali sono le modalità interiori: pregare con fede, chiedere al Padre nel nomadi Gesù grazie allo Spirito Santo, perdonare prima della preghiera, pregare da soli e con gli altri, chiedere in ogni necessità, invocare lo Spirito Santo, allenarsi nella preghiera di lode.

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