martedì 17 novembre 2009

Novembre

Novembre, il mese tradizionalmente dedicato alla commemorazione dei fedeli defunti, riporta a galla il “tabù” di ogni uomo, soprattutto nella società contemporanea, quella realtà problematica alla quale anche noi cristiani cerchiamo di non pensare mai, la morte.
Chi di noi non ha sperimentato sulla propria pelle e nel proprio cuore lo “strappo” doloroso per la perdita di persone care? E come affrontare “cristianamente” questi inevitabili e drammatici eventi?
Non siamo certo chiamati a far finta di niente, a “spegnere” il cuore e i sentimenti, a fingerci super-eroi che non conoscono sofferenza, che non piangono mai: non c’è niente di più falso e pericoloso di un cristiano “apatico” (etimologicamente, senza emozioni, sentimenti…)!
“Non ci è domandato di essere forti nei momenti di sofferenza. Non si chiede al grano, quando lo si macina, di essere forte, ma di lasciare che la macina del mulino ne faccia della farina” (Madeleine Delbrel, “Indivisibile Amore”).
Cosa ci ha insegnato il Maestro? Gesù, vero Dio e vero uomo, ha pianto per la morte dell’amico Lazzaro (Gv 11,35) e si è commosso profondamente davanti alla piccola bara dell’unico figlioletto della vedova di Nain (Lc 7, 12-15), si è chinato con materna compassione su ogni ammalato e sofferente incontrato sul Suo cammino.
Da cristiani, quindi, non possiamo chiudere gli occhi e le orecchie davanti alla sofferenza, ma non dobbiamo neanche cedere alla tentazione di crogiolarci, deprimerci e lasciarci sopraffare, schiacciare dal suo peso: noi sappiamo che la morte non ha l’ultima parola!
Il nostro dolore è impregnato di lacrime e speranza perché abbiamo riposto la nostra fiducia in Colui che ha detto “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,25-26).
E anche a noi, come a Marta, la sorella dell’amico Lazzaro, chiede: “Credi tu questo?” (Gv 11,26).
A ciascuno di noi la risposta.
Marianna Russo
del giornale Agire

1 commento:

  1. sicredo e credere porta gioia ,e vorresti che tutti potessero credere,e speri di poter fare e dire qualcosa di bene per gli altri

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