martedì 10 novembre 2009

Diamo senso

Mi raccontava una giovane suora di un suo piccolo problema, al quale non aveva ancora dato risposta. Talvolta le risposte sono molto semplici, direi ovvie, ma non è sempre facile trovarle e lei su questo argomento era ancora, diciamo, sulla strada della ricerca. Dunque lei trovava difficoltoso il rispetto degli orari della sua comunità: spesso e volentieri si tratteneva con i genitori dei suoi alunni, era anche insegnante, e giungeva poi in ritardo all’ora del pranzo, quando tutte le consorelle erano riunite. Altre volte si fermava a parlare con il sacerdote, o qualcun altro, e poi giungeva fuori orario all’ora comunitaria della preghiera. E così via. Sta di fatto che la comunità aveva cominciato a sentirsi a disagio per questi suoi ritardi e la stessa madre superiora le aveva già fatto qualche richiamo. “Ma se sto parlando con un genitore, non è cosa buona per la educazione dei figli? e se parlo di un argomento importante con il sacerdote, sarebbe giusto interrompere il discorso solo per andare in comunità, quando là ci sto tutto il giorno? Che senso avrebbe fare diversamente?” In sostanza questa suora pensava che mettersi a disposizione del prossimo fosse molto più importante dell'osservanza di tante regole imposte dalla vita comunitaria. Non che queste regole le ritenesse sbagliate, solo che per lei venivano dopo altre cose più importanti: pensava anche che era ora di svecchiare il sistema, e che si doveva diventare tutti un pò più pratici.

Ragionando insieme su questo argomento siamo giunti alla conclusione che l’intelligenza dell’uomo reclama sempre comportamenti che siano razionali e che abbiano senso. E fra i valori di questa suora, nella scala di priorità (abbiamo tutti una scala di priorità dei nostri valori), c’era prima il servizio al prossimo, poi gli adempimenti di vita comunitaria. Come in un quadro quando ci sono delle immagini in primo piano ed altre sullo sfondo. Stando così le cose, lei si stava comportando con coerenza, occupandosi delle cose in primo piano, perché così pensava di servire meglio il Signore, nonostante registrasse del malcontento sullo sfondo.

E’ bastato recuperare il profondo significato spirituale per una consacrata della “regola” e dei santi principi di umiltà ed obbedienza, perché cambiasse la scala di priorità dei suoi valori, e quindi fossero riportati in primo piano quei significati che si erano perduti sullo sfondo. Ora il suo comportamento ha potuto modificarsi con facilità perché era stato recuperato nuovo senso e nuova forza al suo agire.

Abbiamo detto che questo processo, del dare senso a quello che facciamo, è comune a tutti noi in quanto esseri dotati di intelligenza e raziocinio. Ed è importante prendere coscienza che il nostro agire, in ogni circostanza, è sempre coerente con i principi che "abbiamo dentro", anche se non ne siamo sempre pienamente consapevoli.
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Un esempio? Prendiamo il problema di attualità in questi giorni sull’esporre il crocifisso nelle scuole: se la croce, nella nostra scala interna dei valori occupa un posto importante, ci batteremo in tutti i modi per mantenerla esposta. Se invece si trova sullo sfondo, allora ci sono tante cose più importanti che vengono prima, compreso il rispetto di qualsiasi altro punto di vista, verso il quale, come conseguenza, ci scopriamo benevoli e facilmente tolleranti.

Così funzionano le cose, e purtroppo ci è dato di cogliere che i valori religiosi si stanno sempre più spostando sullo sfondo della nostra vita personale e sociale.
Dobbiamo prendere atto che è nella nostra natura di esseri dotati di coscienza ed intelligenza l'essere coerenti con noi stessi e pertanto le nostre azioni non sono che espressione e carta tornasole dei nostri valori e sentimenti profondi. Dunque, abbiamo quello che siamo.

2 commenti:

  1. Conclusione reale ma anche amara. Io, come credente voglio portare avanti i miei valori che non possono sparire nello sfondo della mia vita. Anche perché, sin da piccola e poi da adulta come insegnante, sentivo la presenza viva, forte e rassicurante di Dio nel crocefisso appeso alla parete. E devo dire anche che questa presenza l’ho sentita anche negli ambienti pubblici in genere.

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  2. simbolo della passione e morte di gesù per la nostra salvezza,i credenti si opporranno anzi ci opporremo nei modi da concordare
    cosi ci conteremo e chissa che ....abbiamo q
    uello che siamo....non sarà cosi ..amara....
    ilove il crocefisso dove c è tutto il SUO AMORE

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