martedì 24 novembre 2009

Perchè scegliere Teologia.

La scelta universitaria è sicuramente una delle decisioni più impegnative per i giovani: si tratta di una fase delicata di bilanciamento tra aspettative e studi pregressi, attitudini e consigli di familiari, professori e amici più grandi, senza tralasciare un’occhiata attenta e preoccupata all’andamento del mercato del lavoro… Questa la “rete protettiva” del grande “salto nel buio” o, meglio, verso il proprio futuro! Giurisprudenza, Lettere, Ingegneria, Scienze della comunicazione, Medicina…quale sarà la strada “giusta”? E se fosse… Teologia? Impossibile: è una facoltà solo per preti e suore! Sicuri?
Alessia Palmegiani, trentaduenne carina e spigliata, docente di religione nella diocesi di Roma, ci racconta cosa l’ha spinta a diciotto anni da Poggio Bustone, in provincia di Rieti, alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Come mai hai scelto di studiare Teologia?
E' difficile spiegare ciò che mi ha indotto ad andare a Roma per studiare Teologia: si è trattato di sensazioni che non ho ben decodificato. Fortunatamente, ho ascoltato il mio cuore che mi diceva che era la cosa giusta…e ho avuto il coraggio di farla!
Sicuramente è una scelta nata da una grande fede e dal desiderio di approfondirla…
Sono stata segretaria della Gioventù Francescana per molti anni, ma dopo la prematura morte di mio padre, io, ragazza impegnata da sempre nella mia piccola chiesa di paese, mi sono sentita tremendamente sola e il dolore interiore è stato lacerante. Vedevo tutto come un'ingiustizia e, anche se non volevo, ero arrabbiata con Dio. Terminato il Liceo, avevo deciso di intraprendere gli studi di Lettere Classiche a Perugia, dove ho trascorso il primo anno fuori casa. In quell'anno l'apatia di vivere mi avvolse, ma soprattutto non trovavo appagamento in ciò che studiavo, perché non dava risposte alle mie domande interiori.
E cos’è successo?
Una sera, mentre pregavo davanti al Santissimo Sacramento, ho capito che dovevo cercare le mie risposte in Lui. E mi sono ricordata che alcuni anni prima un mio caro amico frate minore, P. Andrea, mi aveva parlato degli studi teologici alla Gregoriana, perché gli avevo confidato che mi sarebbe piaciuto studiare "le cose di Dio". Non sapevo bene neppure io di cosa si trattasse: credo di aver fatto un po' l'esperienza di Abramo, lasciando tutto per la mia Terra Promessa!
Qual è stata la reazione a casa?
La notizia mandò mia madre in crisi, ma nel silenzio rispettò il mio desiderio e mi permise di farlo.
E come ti sei inserita, giovane e laica, in un ambiente prevalentemente “ecclesiastico”?
Il primo periodo non è stato semplice: la solitudine era la mia compagna intima e la filosofia "una costrizione" nel mio percorso. Ma, poco a poco, ho iniziato a conoscere i miei compagni di corso e le altre giovani laiche degli anni successivi. Mi sono accorta di non essere la sola in cammino e spesso mi sono trovata ad essere la confidente dei miei amici seminaristi (ora sacerdoti). In quei momenti sentivo che Dio mi confermava in quello che stavo facendo: riuscivo a comprendere che il Signore mi aveva attirato lì per servire la Chiesa nel suo cuore, per aiutare, nella mia piccolezza, a formare uomini e donne di Dio. E forse proprio la mia semplicità e la mia giovane età mi hanno aiutata a ricevere dai Padri Gesuiti dell’Università Gregoriana tanto affetto e stima, ma soprattutto la tenerezza del loro sguardo paterno.
Sono nate delle belle amicizie in quegli anni…
Sì, determinante è stata l'amicizia con suor Erika, che, pur essendo più grande di me di qualche anno, ha sempre condiviso con me tutto. Grazie a lei ho toccato con mano cosa vuol dire San Giovanni quando parla dell'amicizia, del far conoscere agli altri quello che Dio ci comunica.
Che ricordo conservi di quegli anni? Che tesoro porti nel cuore?
Le cose che conservo nel cuore sono tante, ma ricordo in modo profondo la Messa del mattino nella cappella degli studenti al piano terra: le riflessioni dei professori, i canti, la distribuzione dell'Eucaristia e la preghiera sono stati l'alimento dei miei otto anni alla Gregoriana. E' stata questa la sorgente della mia forza e la luce per il mio intelletto. Sentivo che la mano di Dio era sopra il mio capo, benedicendomi.
Da sei anni insegni religione in alcune scuole pubbliche di Roma: come ti hanno accolto i tuoi alunni?
Iniziare ad insegnare è stato importante, perché ho preso coscienza di alcune capacità che non sapevo di avere. La mia giovane età è come una medaglia, ha due risvolti, ma credo che la serietà e la passione abbiano la meglio anche a scuola. Gli alunni restano colpiti dalle tante cose che puoi insegnare, ma vogliono vedere un modello dal quale attingere e soprattutto una persona di fede che parli loro di Dio con amore: sono la Prof di Religione!!!
Quali sono le gioie e le soddisfazioni del tuo lavoro?
Vedere che iniziano a studiare e ad appassionarsi alla tua materia, vederli maturare come persone e crescere come gruppo-classe, osservare che iniziano a rispettarti e a salutarti per i corridoi (non solo gli studenti!), divertirsi insieme durante i campi-scuola e scoprire che ti chiedono amicizia su Facebook: tutto questo indubbiamente gratifica e dà forza per continuare a crederci!
Oltre al matrimonio con il tuo fidanzato, quali sono i tuoi sogni e progetti per il futuro?
Dopo la realizzazione affettiva e una casa, i sogni sono tanti… Vorrei riprendere gli studi di Teologia per conseguire il dottorato e poter così insegnare anche ai più grandi. E poi mi piacerebbe tenere delle riflessioni spirituali nelle parrocchie per far sentire le persone più vicine a Dio.
Per ora ho iniziato una collaborazione con la Diocesi di Tivoli per insegnare Introduzione alla Sacra Scrittura al corso di Teologia per laici, ma il sogno nel cassetto è poter fare lezione tra le campagne del Centro Italia in un bell’agriturismo, immersi nella bellezza del creato.
Bellezza del creato…che è un riflesso della Bellezza di Dio, presente anche nello sguardo di coloro che Lo amano con cuore sincero e “non si vergognano del Vangelo” (cfr Rm 1,16), ma lo annunciano con la semplicità dei piccoli di Dio. Grazie di cuore, Alessia, per la tua bella testimonianza e per il tuo impegno!

Marianna Russo
del giornale Agire

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