martedì 15 settembre 2009

In quale direzione guardiamo?

Quanti di noi sanno viaggiare sulle due ruote: biciclette (anche motorini e motoroni) , e con la massima disinvoltura? Alle volte sappiamo fare anche delle prodezze come viaggiare stando in piedi, togliere le mani dal manubrio, ecc. E forse ci siamo dimenticati quanta fatica abbiamo fatto per imparare a stare in equilibrio senza cadere: guardavamo ai pedali e non ci accorgevamo del manubrio; guardavamo al manubrio e non ci accorgevamo della direzione in cui stavamo andando; guardavamo ai piedi ed al manubrio e ci accorgevamo che il nostro peso ci spostava da un’altra parte. Risultato? Che se qualcuno non ci sorreggeva si cadeva facendoci anche male. Poi, pian piano abbiamo imparato a coordinare tutti questi movimenti, ed abbiamo capito che per andare nel modo corretto bisognava guardare in avanti. Come se avessimo uno strumento di puntamento che ci fa stare in equilibrio e muovere nella direzione giusta.
Forse non ci abbiamo mai pensato, ma siamo fatti così, curioso ma vero: tendiamo a muoverci nella direzione verso la quale indirizziamo il nostro sguardo di interesse. Questo lo sanno bene gli esperti in arti marziali che osservano in quale direzione guarda l’avversario e quindi sanno da che parte parare il colpo. Ed una cosa simile riguarda anche i nostri comportamenti di vita che rispettano la stessa legge: noi ci muoviamo e ci dirigiamo nella direzione degli obbiettivi che abbiamo dato alla nostra mente, e questi, se ben formulati, a loro volta emettono una forza particolare che ci attira verso di loro. Tutti i discorsi sulla motivazione partono da qui. Ecco allora quel signore che ho incontrato in un seminario di formazione sulla comunicazione che ebbe a raccontarmi: da piccolo sapevo che da grande avrei fatto il dottore, mi sono iscritto alle medie, poi all’università e sapevo che avrei fatto il dottore. Ora sono specialista, aiuto tanta gente e mi sento realizzato. E un altro: da piccolo sentivo desiderio di fare da grande il prete, lo ho desiderato intensamente, e passo dopo passo mi sono sempre mosso in quella direzione. Ora lo sono e mi sento veramente realizzato. Allora, se è vero che il nostro essere è strutturato in questo modo, e che siamo attratti dagli obbiettivi che ci proponiamo, se veramente comprendiamo questo principio, scopriamo un grande potere (dono) che Dio ci ha dato: di saper costruire le nostre realtà. Possiamo raggiungere tutti gli obbiettivi che desideriamo, purché naturalmente ispirati al buon senso, obbiettivi che ci permetteranno di esprimerci al meglio, di realizzarci come persone ed essere più felici. Ma esistono anche altre realtà, di persone distratte che obbiettivi non ne pensano, e quindi più che vivere la vita, sopravvivono a quanto loro capita, senza volontà o potere di gestire le cose in positivo. Per queste persone è facile cadere nello scoramento e perdersi d’animo. Con tutto quello che ne segue. E questo il Signore non lo vuole! Ha donato all’uomo il mondo perché ne fosse dominatore (Genesi 1,26), e ci ha comandato di essere positivi (Filippesi 4,4). Quindi sembra che il segreto del nostro successo e del nostro benessere stia nella azione di puntamento, e nella direzione in cui la volgiamo. Cioè verso quelle cose (obbiettivi) che desideriamo veramente realizzare nella nostra vita. Questo vale anche per un cammino di crescita spirituale alla sequela di Gesù.

PS: Una macchina per quanto potente ha bisogno di carburante, altrimenti sta ferma. Questo vale anche per noi: più energia mettiamo nel nostro pensare ed agire, prima arriviamo alla meta! Buon viaggio.
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1 commento:

  1. non sempre riusciamo a raggiungere gli obbiettivi previsti ,forse una parte si,
    ma nel cammino di crescita spirituale il puntamento è su GESU e LUI ci manda
    piano piano tanti aiuti ,per farci camminare verso di lui, voi ci date tanti aiuti con le vostre riflessioni che diventano le nostre
    e vanno dentro e sappiamo che se siamo smarriti
    andiamo a cercare quel particolare scritto che ci da un po di pace e sicurezza
    siete la nostra ancora,anche l oasi che calma l arsura ,

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