mercoledì 23 marzo 2011

San Giuseppe

Meditando sulla figura di san Giuseppe ne ho tratto un modello per tutti noi eloquente ed urgente per l’uomo di oggi. Egli è stato inanzitutto uomo, poi sposo e infine padre. Oggi mancano proprio uomini veri, sposi fedeli e padri che non lo siano solo nel generare i figli alla vita, ma capaci di generearli e rigenerarli giorno dopo giorno nell’amore responsabile.
Quali sono le caratteristiche di questo santo così grande da esser scelto per accompagnare una creatura come Maria nell’accogliere il Figlio di Dio, Dio stesso come Verbo Incarnato?
Prima di tutto è stato un uomo di fede, capace di vedere oltre il visibile e di sperare contro ogni speranza come i grandi Patriarchi. Inoltre ha vissuto nella contemplazione, immerso in un silenzio non vuoto, ma pieno di Dio, capace di docilità allo Spirito, seguendo la Voce di Dio, addirittura fidandosi non di un angelo come Maria, ma di un sogno in cui un angelo gli parla, potendo così sposare Maria e tempestivamente rifugiarsi da profugo in Egitto per difendere il piccolo Gesù e la sua dolcissima sposa. Altra formidabile caratteristica è stata la laboriosità cercando di guadagnarsi il pane quotidiano con dignità a tal punto da essere identificato come “falegname” e da identificare Gesù stesso come il “figlio del falegname”.
Ha vissuto la famiglia, per molti anni in un focolare domestico fatto di intimità e semplicità, ma di profondo amore ed unità con Maria e Gesù. Più di tutto mi colpisce la sua umiltà vera, fatta di nascondimento servizievole, capace di affiancare Gesù e Maria senza mai appropriarsene. Inoltre è stato capace di amare la creatura più bella mai esistita, Maria, senza mai sentirsi secondo, ma semplicemente al posto giusto, perchè anch’egli amava al primo posto Dio come dovremo fare tutti noi. Immagino poi un amore per Gesù bambino fatto di sentimenti affettuosi, tra le sue braccia, con carezze, ricevere carezze… Dio gli affida ciò che ha di più prezioso, una parte di sé e nella fase più delicata di un’esistenza umana, fragile ed indifesa.
Giuseppe non ha mai avuto paura di amare. I più grandi santi sono quelli che hanno avuto sentimenti vivi, come Maria e Giuseppe verso il bambino Gesù. Penso anche ad Antonio di Padova che abbraccia Gesù bambino! Non dobbiamo avere paura di amare troppo, piuttosto di non amare abbastanza, di abituarci all’amore e così di farlo morire.
Giuseppe si è fidato di Dio non seguendo l’io. L’uomo di oggi è sempre portato a primeggiare e a concretizzare i propri sogni a discapito di chiunque gli sia dinnanzi, Giuseppe invece concretizza i sogni di Dio docile alla Sua Voce: nel nascondimento si fida, non cerca notorietà… ed ecco cosa Dio compie in Lui innalzandolo ed esaltandolo oggi e nella storia. Non dobbiamo avere paura di dire di sì a Dio, all’inizio ci sono prove, potature, ma alla fine la pienezza della Gioia!

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