mercoledì 30 marzo 2011

E' fuori di sè!

Analizzando una “giornata tipo” di Gesù si può inizialmente concludere, come fanno i suoi parenti, dicendo che “è fuori di sè”!
Eppure… quanto bisogno c’è oggi di “pazzi d’Amore” che profeticamente svelino al nostro cuore che la realtà è diversa da come normalmente la vediamo, che c’è un oltre, un “velo” da scoprire, per contemplare orizzonti di luce e incamminarsi così sull’unica via per la pienezza della gioia nel “dono di sè”.

Per approfondire questa riflessione guardiamo insieme l’agenda di Gesù scoperta in un libro chiamato “Vangelo”…
Se leggiamo la giornata tipo di Gesù come ce la presenta l’evangelista Marco in Mc 1,29-39 notiamo che iniziando dall’uscita dalla Sinagoga incontra la suocera di Pietro, successivamente si lascia completamente “divorare” dalla folla di persone ammalate, indemoniate o comunque bisognose, in cerca di ascolto ed aiuto, fino a quando la sera si ritira in preghiera la notte per ricominciare nuovamente in nuovi incontri là dov’è certo di dover andare… concludendo il tragitto delle “48 ore tipo” entrando di nuovo in Sinagoga. Mi colpisce tanto la dimensione di cuore aperto sul mondo di Gesù! Tutto inizia dalla Sinagoga e là si conclude. Il cuore della giornata è fatta di preghiera e carità. Mi colpisce la sua smisurata misura di amore e la capacità di iniziare in Dio e di ritornare a Lui dopo aver donato completamente se stesso per essere Suo tramite. E’ chiaro che Gesù aveva una marcia in più, almeno nel saper canalizzare le sue forze in ciò che è la volontà di Dio senza disperdersi, ma questo mi richiama innanzitutto ad iniziare ogni giornata senza prescindere dall’interrogarmi su quale sia la volontà di Dio per me nell’oggi e dal prendere da Dio nella preghiera la forza per portare Lui ovunque vada e non il mio io.

Capisco la difficoltà dei suoi parenti nel dire “E’ fuori di sé” in Mc 3,20-21 quando vedono che non ha neppure il tempo per mangiare.

Forse il segreto di Gesù è proprio in quel “essere fuori di sé”! Troppe volte ci ripieghiamo su noi stessi, facciamo le vittime oppure crediamo che “tutto giri attorno a noi”. Invece Gesù ci mostra come siamo chiamati ad essere proiettati verso l’altro in cui riconoscerLo, accoglierLo e amarLo. E’ la follia dei santi, cioè di quanti lo hanno imitato realizzando in pieno la propria umanità: donarsi completamente fino all’estremo. Quanto vorrei si potesse dire dire anche di me che sono “fuori di me”, quanto vorrei essere un “pazzo” d’Amore! Costi quel che costi.

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