mercoledì 5 gennaio 2011

Lo zaino

“Quando si parla di preparare il bagaglio per un alpinista, significa portarsi sulle spalle tutto ciò che serve, perciò non si può mettere nello zaino tutto quello che si vorrebbe, ma si deve preparare un bagaglio leggero. Man mano che si sale di quota e l’arrampicata diventa sempre più difficile è necessario usare strategia e focalizzarsi maggiormente, e quindi abbandonare molte delle cose che non sono essenziali, che appesantiscono e possono distrarre, tutti quei fardelli a cui pensavate di non poter rinunciare. Occorre spogliarsi di ciò che è inutile in modo da acquistare maggiore agilità e conseguire quello che si desidera realmente. E quando ci si trova su una parete del massiccio Vinson in Antartide, a 50 gradi sottozero, può essere necessario abbandonare del tutto il carico”.

Sono queste le parole di Erik Weichenmayer, il primo uomo non vedente a salire le sette vette più alte del mondo che conosce forse meglio di chiunque altro, quali siano i requisiti necessari per avere successo in condizioni estreme.

Se dunque per salire una vetta che tutto sommato è uno sport è necessaria tanta attenzione, non è forse necessario applicarsi con serietà anche ad un’altra scalata molto più importante che è quella della nostra vita?
Weichenmayer ci suggerisce di tenere d’occhio il nostro zaino, che non sia troppo pesante e che non contenga fardelli non essenziali che non fanno che appesantire e distrarre.

Forse anche per noi, con l’iniziare il nuovo anno, può essere il momento giusto per guardare dentro al nostro zaino e per buttare quello che non serve.
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1 commento:

  1. E' vero abbiamo zaini sempre più colmi di cose inutili...l'arrivismo ci porta accumulare...ma secondo me siamo arrivati in un epoca che è ora di ritrovare tutti i valori umani e morali e sostituirli con quei valori materiali che con il tempo si sgretolano e ti lasciano le mani e l'anima vuota di ogni amore

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