Ognuno di noi fa le sue esperienze della vita, e che ne sia consapevole o no, si costruisce una serie di convinzioni su quello che si è capaci di fare o meno, ed una serie di credenze e valori in cui credere e che diventeranno punti importanti di riferimento e guide al nostro agire.
Facciamo un esempio: un bambino vede la fiamma della candela, ne è affascinato ed allunga la mano per afferrarla, ma ne resta scottato.
La prossima volta che vede la fiamma vorrebbe di nuovo allungare la mano, ma l’esperienza che è nella sua memoria gli dice: scotta! A questo punto desiste.
Questo perché, come dicevamo, le nostre esperienze diventano punti di riferimento e guide al nostro agire, e nello stesso tempo segnano dei confini al di la dei quali facciamo fatica o abbiamo paura di andare. Andare oltre significherebbe passare dal noto e dalle nostre certezze all’ignoto.
Credo che su questi confini sia importante porre la nostra attenzione, perché sono una grande risorsa quando ci ricordano quanto abbiamo sperimentato in passato, ma possono anche diventare dei limiti o prigioni quando non ci permettono di andare oltre, bloccando ogni possibilità di crescita ed evoluzione personale.
In quest’ultimo caso ci può aiutare l’immagine di un bambino che cresce in una casa col soffitto basso, per cui, più diventa grande più deve incurvarsi per non sbattere la testa. Oppure l’immagine di quelle piante, i bonsai, che restano sempre piccole.
Nell’esperienza di tutti i giorni sono molti i conflitti interpersonali che sembrano spesso insuperabili perché nessuno è in grado di proporre soluzioni che vadano al di la di quelle che abbiamo standardizzate.
Ci sono troppe coppie in crisi che arrivano anche alla rottura perché ognuno dei due si ostina a tentare le stesse soluzioni per risolvere i problemi, ma non sanno “andare oltre” e trovarne di nuove che funzionino.
Ricordo quella coppia che era andata da un consulente matrimoniale perché stava vivendo una profonda crisi. Lei si lamentava perché il marito non le prestava attenzione, mentre lui si lamentava perché la trovava fredda e distaccata. Quando venne chiesto a lei da cosa ricavasse che lui non le prestava attenzione, questa rispose candidamente dicendo che si sentiva trascurata e delusa perché il marito non le regalava un anello che tanto desiderava. Quando poi venne chiesto a lui perché non glielo avesse comperato, questi cadde dalle nuvole perché aveva fatto di tutto per renderla felice, riempendola anche di regali, ma non aveva mai pensato che fosse importante un anello.
La tentata soluzione al problema messa in atto dalla moglie era quella di mostrarsi risentita, mentre quella del marito era quella di farle i regali che sarebbero piaciuti a lui, ma nessuno dei due raggiungeva il risultato desiderato mentre la coppia andava in crisi senza trovare vie d’uscita: avevano fatto il loro possibile, ma continuavano a muoversi al di sotto dei loro confini.
La prima rottura di schema che ha permesso loro di “andare oltre” è stato il decidere di rivolgersi ad una figura professionale esterna. Il consulente chiese alla donna: “Ma lei ha detto a suo marito che desiderava un anello?” “No – rispose – perché lui, se mi amava veramente avrebbe dovuto capire da solo!!!" La storia finisce che lui subito le comperò l’anello e si riconciliarono felicemente.
La soluzione che ha funzionato ed alla quale non avevano pensato, consisteva nel dialogo, nell’ascolto reciproco, e nel non dare le cose per scontate. L’uovo di colombo diremo, sta comunque di fatto che molte coppie sopportano tante incomprensioni proprio perché non hanno presenti queste semplici regole.
L’esperienza fatta dai nostri sposi è stata utile non solo per risolvere il problema attuale, ma anche per scoprire uno strumento di fondamentale importanza nella vita di coppia che si sarebbe mostrato poi utile per tutte le situazioni a venire. E per loro la linea di confine si è alzata.
Se guardiamo ora all’esempio di Gesù nostro Signore, anche Lui in quanto uomo si era costruito dei confini, ma questi erano talmente alti da abbracciare totalmente la volontà del Padre.
Quando Dio ci ha donato i Suoi comandamenti, ci ha offerto regole che ci portano ben più in alto dei nostri limiti, in una dimensione di grandezza che sfugge ad ogni nostra valutazione.
E per ottenere questo dobbiamo solo “credere” e fare nostre le Sue “Parole di vita eterna”.
Il nostro costruire i confini è dono di Dio, perché ci invitano alla prudenza ed alla saggezza, proteggendoci da atteggiamenti sconsiderati. Ma Dio ci vuole portare più in alto.
Donandoci la legge dell’amore ci porta oltre i limiti imposti dal nostro egoismo.
Con l’invito alla carità, come definita nella lettera ai Corinti, ci offre soluzioni che vanno molto oltre le nostre umane regole ancora ispirate alla legge del taglione.
Se vogliamo evolvere e crescere in spirito e sapienza, dobbiamo avere la capacità di guardare alla vita con meraviglia come faceva la Madonna, ed essere recettivi ad imparare sempre cose nuove dalle esperienze che facciamo. Poi guardare oltre, e lasciarci prendere per mano dal Signore che ci porta in alto.
Sia fatta la Tua Volontà o Signore perché è la sola che è Via, Verità, Vita, che ci insegna, ci guarisce e ci dà la vera pace e libertà. E’ la sola della quale ci possiamo veramente fidare che ci porta al di sopra dei nostri angusti confini.
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Leggendo e commuovendomi davanti alla bellissima frase "Lui in quanto uomo si era costruito dei confini, ma questi erano talmente alti da abbracciare totalmente la volontà del Padre" mi voglio provocare un po'...: ma se Gesù, vero uomo, è riuscito ad abbracciare la volontà del Padre, anche io, vera creatura umana, posso tentare, sperare, attivarmi a fare lo stesso?
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