La lettura sapienziale è il leggere la storia e gli eventi scoprendo che tutto è grazia, tutto è dono, tutto è meraviglia! Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1Cor 2,9-10). Paradigmatica è la storia di Mosè: salvato da bambino dalle acque viene allevato alla corte del faraone come se fosse uno dei suoi figli, senza che gli sia nascosta la sua vera origine dal popolo schiavo degli ebrei. Gode della stessa educazione da principe, dello stesso trattamento dei figli di carne del faraone e cresce perciò colto e raffinato. All’improvviso, dopo tutti quegli anni passati alla corte del faraone, si macchia di un omicidio in preda ad un istinto di difesa per un proprio fratello ebreo e si ritrova ad essere un fuggiasco, ricercato per essere messo a morte, pastore e pecoraio in terra straniera vivendo con contadini che vivono ai piedi dell’Horeb. M’immagino il povero Mosè in quelle lunghe ore di pascolo ad interrogarsi sul senso della propria storia, della propria vita, di quelle situazioni di coincidenze che una moderna new-age leggerebbe come destino o casualità. Eppure ad un certo punto Dio ascoltò il lamento d’Israele e si ricordò della sua alleanza (Es 2,3). Per alcuni la vocazione di Mosè inizia in Esodo 3, ed è vero, là Dio gli conferirà il compito di liberare il suo popolo, ma c’è quella segreta e nascosta di Esodo 2,1-7 che solo la lettura sapienziale può scorgere: quando sembrava ad Israele che Dio stesse in silenzio dinanzi al suo grido ben 40 anni prima, quando sembrava buoi e oscuro e casuale la salvezza di un bimbo dalle acque, ecco invece che Dio aveva iniziato a preparare la sua risposta e la vocazione di Mosè. Dio si dà sempre in modo mediato, è il mistero stesso dell’Incarnazione. Noi abbiamo fretta, vorremmo la bacchetta magica, un Dio forte, che interviene subito…ma Dio si è fatto agnello, agnello sgozzato, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza, questo è il suo modo d’agire, quello che oggi prepara tu non lo sai. Quello che sembra caso o destino è invece Provvidenza, storia della salvezza. Tutto matura nel silenzio come accade al contadino che getta il seme, dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme cresce, come, il contadino non lo sa (Mc 4, 26-27). “Io ho la mia missione, che mai saprò in questo mondo, ma Tu Signore me la rivelerai nell’altro mondo. Non so come, ma io sono stato creato per fare qualche cosa o per essere qualche cosa per la quale non è stato creato nessun altro. Se sono ammalato, la mia malattia può servirti; se mi trovo in perplessità, la mia perplessità può servirti; se sono nel dolore, il mio dolore può servirti. Tutto può far parte di un disegno più grande che mi sovrasta se riesco a dire e vivere l’in manus tuas affidandotelo e scoprendo in esso un’occasione per amarti. Tu sai quello che fai Signore, io mi fido di Te!”
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