domenica 13 marzo 2011

Una pillola per prevenire il divorzio

Matrimonio in crisi? Dagli Stati Uniti arriva la pillola che fa per voi, ma attenzione, raccomandano sempre gli americani: state lontani da Facebook.

Ad ogni cosa il suo rimedio, l’importante è che sia rapido e indolore, meglio ancora se funziona come la pillola di Mary Poppins, che con un poco di zucchero, va giù che è un piacere. Dopo la pillola per dimagrire, quella contro la caduta dei capelli, quella contro le rughe, contro lo stress, contro l’insonnia, e infine la ben più nota pillola color puffo, ecco che la “medicina” ci offre l’ultimo ritrovato in materia di rimedi: la pillola che combatte, o meglio previene, il divorzio. Non ci credete? Parola di Mett French, un medico e chiropratico americano che l’ha messa a punto e la sta proponendo a migliaia di coppie in crisi. Come funziona? Semplice, non ha più senso stare a chiedersi che cosa non va tanto iniziando a parlare dei valori condivisi della coppia finendo con l’accusa “tu ti sei scordato il nostro anniversario”. Non occorre litigare aspramente su chi si comporta peggio o su chi abbia iniziato per primo a “non essere più quello di una volta”, inutile insultarsi quotidianamente per delle banalità quando la soluzione è a portata di mano. Marito e moglie non devono fare altro che recarsi in Arizona alla Wellness Solution Clinic, ovvero clinica delle soluzioni del benessere (il nome è già tutto un programma) e rivolgersi al dottor Mett French. E’ stato lui infatti a sperimentare un farmaco che, a quanto pare, rafforza il legame che c’è tra i coniugi. Il segreto, secondo il dottor Stranamore, starebbe tutto in un ormone femminile: l’ossitocina. Normalmente rilasciato dall’organismo durante la gravidanza e l’allattamento per rafforzare il legame tra la mamma e il neonato e rilasciato anche durante i rapporti sessuali provocando la sensazione di appagamento e benessere nella coppia, l’ormone potrebbe funzionare da collante anche qualora la passione dovesse cominciare a scemare. Secondo il dottor French, sposato e padre di due bambine, sottoponendo entrambi i coniugi a questa terapia il risultato sarebbe quello di una maggiore empatia tra moglie e marito, tale da scongiurare la rottura definitiva. Sforzo minimo, massimo risultato.

Ma il divorzio negli Stati uniti si combatte anche con l’astinenza… da social network. Di nuovo dall’America infatti arrivano i risultati di uno studio secondo cui ben un matrimonio su cinque finisce a causa di tradimenti consumati attraverso facebook. Insomma, tra tag, post e poke spesso ci passa un po’ troppa confidenza, tanto da far vacillare numerose coppie. Anche l’Italia non è immune dalla pericolosa tendenza e per questo ci si attrezza. I mariti tengono sotto controllo i profili delle mogli, le donne si inventano identità fasulle per smascherare eventuali tradimenti, e naturalmente insieme alle statistiche arrivano anche i trucchi per non cadere nel trappolone e prevenire il divorzio: vietato entrare abusivamente nel profilo del partner, non spiare i messaggini, non fingersi un’altra persona.

Insomma, nell’era della comunicazione tempestiva e del rimedio immediato l’unica cosa a non essere al passo coi tempo è il dialogo di coppia, cimelio di tempi andati insieme al desueto sacrificio e all’attempato donarsi reciprocamente. Il rimedio giusto è sempre qualcosa di esterno, da assumere oralmente tre volte al giorno o da cui stare tecnologicamente distanti. La crisi della coppia è considerata alla stregua di un difetto estetico, antipatico come la calvizia e fastidioso come la prima ruga, e come tale va curato: facebook no, pillola sì, sale in quantità ridotte.

Invece per fortuna il matrimonio è un’altra storia, la crisi di coppia non è una patologia e quando è più profonda di una ruga esige un attento esame. Il legame per la vita si costruisce giorno dopo giorno, e altrettanto quotidianamente cresce, soffre, inciampa e ha bisogno di una pausa, una remise en form che non passa dalla Wellness clinic ma trova linfa in quella devozione fedele che ci si è promessi “per tutti i giorni della vita”.

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