La ragione può solo parlare, è l'amore che canta. La domenica cancella dal calendario quest'anno la celebrazione dell'apostolo "dubbioso" Tommaso al quale, in verità, Dio concede una prova. Ben sappiamo che - come diceva Giovanni Paolo II nella sua enciclica Fides et ratio - la fede e la ragione sono due ali entrambe necessarie per il volo nel mistero divino. Oggi, però, vorremmo sottolineare la diversità di linguaggio, la differente qualità espressiva che esse hanno e lo facciamo con questa bella battuta di uno scrittore francese che fu fiero (e fin eccessivo) avversario dell'Illuminismo, ma che seppe anche scrivere pagine appassionate sulla conoscenza per fede e amore: si tratta di Joseph de Maistre (1753-1821), noto per le sue Serate di Pietroburgo, evocazione del suo soggiorno presso lo zar, serate interpretate da un senatore, un conte, un cavaliere. Uno di costoro ci ricorda ora quella differenza di linguaggio che intercorre tra la ragione che "parla", ossia dipana le sue argomentazioni in modo piano e consequenziale, e l'amore che invece "canta", cioè intuisce, compie balzi nel cielo della verità. La persona umana è capace di parlare e di cantare e lo deve fare con un esercizio severo, con rigore e passione. Come è facile cadere dalla parola nella chiacchiera vana, così è frequente lo stonare nel canto. Fuor di metafora, dobbiamo sorvegliare la logica del nostro pensiero, ma anche impedire che la fede cada nell'illusione o nell'irrazionale e l'amore esploda in atti insensati. Pensare bene e amare e credere in modo puro sono le due grandi vie che ci permettono di parlare in maniera pertinente e di cantare con arte.
Nessun commento:
Posta un commento