A Medugorje molte volte la Madonna ha parlato del demonio e colpisce molto il fatto che questi messaggi – secondo quanto afferma padre Livio Fanzaga – siano in coincidenza del festival dei giovani o della GMG, come ad indicare implicitamente che si tratti della categoria di persone contro le quali satana prediliga scagliarsi. La preghiera è infatti uno dei punti forti dei messaggi mariani e al di là che ci si possa credere o meno resta il dato importante di una sempre crescente affluenza di persone e di giovani a Medugorje che ritrovano la via della fede specialmente grazie alla confessione tornando a casa completamente rinnovati e divenendo fermento positivo nelle proprie parrocchie o realtà ecclesiali.
Prendo spunto da questo dato per una semplice riflessione…
Siamo chiamati ad una intima comunione con Colui che è l’Amore perché, creati a Sua immagine e somiglianza, possiamo diventarne sorgenti. Dinnanzi alle prove della vita e agli attacchi di satana come tener vivo questo rapporto perché non si spenga la fiamma accesa in noi?
Le migliori definizioni del demonio la fornisce l’evangelista Giovanni: “omicida fin da principio” e “padre della menzogna” (Gv 8,44). Il diavolo insieme ai demoni, sono creature angeliche che hanno voluto innalzarsi al di sopra di Dio ed ora, decaduti, cercano la morte definitiva dell’anima di ogni persona sulla Terra e “girano cercando chi divorare” (1Pt 5,8) e studiandoci nei punti deboli per poi colpirci sfibrandoci e facendoci definitivamente cadere nel peccato che ha come proprio frutto “la morte” (Rm 6,23)!
Dinnanzi alla ferocia del maligno si comprendono bene le parole del Maestro quando ci dice di “vegliare e pregare per non entrare in tentazione” (Mt 26,41). Effettivamente il pregare, cioè avere un dialogo continuo e intimo con Dio, e il vegliare, non son altro che le condizioni essenziali per restare in un rapporto d’Amore che continuamente si alimenta e cresce. “Rimanete in Me!” (Gv 15,4) ci ripete Gesù “Chi rimane in Me porterà frutto”, “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me ed Io in lui” (Gv 6,54).
In ognuno di noi c’è una fiammella divina, il sigillo dell’immagine e somiglianza impresso nel cuore, che più si alimenta più cresce e divampa in un fuoco che scalda, illumina, arde e contagia! Questo Fuoco dello Spirito che Gesù stesso dice d’esser venuto a portare e “vorrebbe fosse già acceso” (Lc 12,49), si alimenta proprio col “vegliate e pregate”, ma soprattutto con l’Amore vissuto, lo stesso Amore che san Paolo dice “tutto copre, tutto scusa, tutto sopporta”… (1Cor 13ss) Il peccato altro è che il “non amore”. Se alimentiamo in noi questo Fuoco ogni tentazione sarà come una goccia d’acqua che evaporerà al contatto con le fiamme dello Spirito Santo nel nostro corpo Suo tempio, ma se non vigiliamo, se non preghiamo, se non amiamo, piano piano si affievolisce e diventa un fuocherello, allora ogni tentazione come acqua su di esso potrà spegnerlo definitivamente.
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