lunedì 21 novembre 2011

Se Dio educa con il suo silenzio


Mi avevano chiesto di predicare dei ritiri in Bangladesh e durante uno di questi ho chiesto di incontrare delle mamme e dei papà che hanno un bambino con un handicap. Ho parlato dell'importanza della persona con un handicap, del suo posto nella società e nella chiesa. Al termine, una persona si è alzata e ha detto: «Ho un figlio che si chiama Vincenzo; a sei mesi ha avuto una febbre molto forte che ha provocato delle convulsioni che sono durate a lungo. Ora ha un handicap molto profondo, non parla, non cammina, ha 16 anni e la sola comunicazione avviene attraverso il tatto». Qualche giorno dopo sono andato a conoscere Vincenzo e in effetti era un ragazzone con un handicap molto profondo. Il papà mi ha detto: «Io ho molto sofferto, ho dovuto spendere molti soldi per i medicinali anti-epilettici e a volte non ne avevo abbastanza per la mia famiglia. Mia moglie ed io abbiamo molto sofferto. Abbiamo pregato molto perche Dio guarisse nostro figlio. Dio ha esaudito la nostra preghiera. Ma non nel modo che ci aspettavamo. Infatti mio figlio non è guarito, ma Dio ci ha trasformati: mia moglie ed io ora abbiamo una grande pace e molta gioia ad avere un figlio così». Domenico mi ha fatto capire che cos'è la risurrezione e come Gesù agisce nel nostro mondo. Noi vogliamo che Dio fissi tutte le cose e che sopprima ogni sofferenza, ma si scopre che quello che Dio fa non è questo. Dio da una nuova forza per portare la sofferenza, e la risurrezione è una risurrezione di compassione. Dobbiamo scoprire che cos'è la risurrezione.
Jean Vanier

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