domenica 24 gennaio 2010

Offrire le membra



Romani 6

12Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri; 13non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio. 14Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia.

Mi colpiscono sempre queste parole, di non offrire le nostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato. Quando le si leggono, spesso scorrono via e sfuggono dalla nostra riflessione per lasciare il posto ad altri concetti. E quindi si perde la consapevolezza di quello che in realtà significano per noi.
Se invece scegliamo di soffermarci su di esse, ed ascoltiamo quanto ci suggeriscono, la prima considerazione che viene da fare è la più semplice, che “l’offrire le nostre membra” sottintende anche membra del nostro corpo, e che quindi ogni parte anche minima di questo può diventare strumento, veicolo, canale, ove permettiamo lo scorrere dell’ingiustizia.
In sostanza possiamo peccare con gli occhi, le orecchie, le mani, i piedi e così via. Inutile entrare nei dettagli. Poi sappiamo che lo spirito del male… come leone ruggente sempre in agguato… approfitta di queste situazioni di debolezza e si intromette amplificandone il più possibile i disastri. Dunque questa è la nostra realtà che la Parola ci svela.
Ma se così stanno le cose, cioè che anche le nostre membra scendono in campo per essere “strumenti”, allora perché non usarle come canali di giustizia? Lo dice ancora la Parola!
E qui le cose diventano straordinarie. Posso per esempio lodare il Signore con la voce, con le braccia, danzando come Davide… ma anche con le mani, le dita, le falangine e le falangette, con ogni singolo muscolo del viso, col naso, le orecchie, il respiro… e così via. Ogni millimetro di noi, dentro e fuori, può lodare il Signore: un cantico della creatura.
In questo modo restituisco a me stesso la vera funzione del corpo che Dio mi ha donato, e nello stesso tempo gli posso anche chiedere perdono per le volte che ho usato questo in modo improprio: Signore, ho usato la mia voce per… ora la uso per lodare il tuo nome… in tutte le tonalità… alta, bassa, stridula, grave ecc. Ho usato questo orecchio per ascoltare… ora lo uso per ascoltare la tua Parola… Ho usato questo dito del piede sinistro per…non so… ma ora voglio che lui si alzi e si abbassi ritmando la tua lode!!! E così via: il cantico della creatura.

2 commenti:

  1. il mio corpo non sempre lodaDIO, SO CHE CERTE VOLTE E' UNA LOTTA TRA ME E ME PER NON PECCARE COL CORPO.E' UNA LOTTA TRA IL SI .................E IL NO..................... MA CHE FATICA FAR VINCERE IL NO
    PER ME E' GIA TANTO,PER LA LODE COL CORPO ANCORA NON SONO PREPARATA
    MAI DIRE MAI......

    RispondiElimina
  2. Un lungo viaggio inizia con un primo passo, ed anche piccoli passi ci avvicinano alla meta. Certamente non è facile, ci si può anche inciampare, o scivolare, o cadere... anche questo fa parte del "viaggio". Quello che importa è non arrendersi, ma rialzarci e riprendere il cammino, chiedendo aiuto al Signore. Teniamo presente che le difficoltà ci insegnano sempre delle cose e servono a rinforzarci ed a costruire risorse. Una prima cosa che possiamo imparare è conoscere meglio noi stessi, riconoscere che siamo fragili, deboli, spesso incapaci. Ed è solo questa consapevolezza che ci rende umili, e ci permette di guardare al Signore con umiltà. E sappiamo che il Signore resiste ai superbi, ma si china sugli ulili. Quindi a noi tutti, coraggio, e tanta fiducia nel Signore che ci dona VIA, VERITA' e VITA.

    RispondiElimina