domenica 30 agosto 2009

Fatti di vita

Entrato in un bar del centro per il solito caffè, quante ne succedono, mi capita di assistere ad una scenetta talmente ordinaria da poter passare facilmente inosservata. Entra un questuante, uno dei tanti che oramai ti “caricano” da tutte le parti e dei quali purtroppo proviamo una certa stanchezza, e chiede con la massima disinvoltura al barista di offrirgli un caffè. Sento un farfugliare di parole poi quello se ne va. Incuriosito della faccenda mi rivolgo alla giovane aiutante che serve anch’essa al banco, e le chiedo come è finita la storia del caffè. Con voce di adolescente mi risponde: “Se uno non si può permettere di pagare deve fare a meno di entrare in un bar!” Al sentire queste parole, e dal loro tono, ho provato come una stretta al cuore. Mi ha addolorato il sentire uscire dalla bocca di una che era poco più che una bambina, una vocina polemica che esprimeva tanto disprezzo verso quel poveraccio. Poteva benissimo dire che non facevano elemosine, ma quel tono mi trasmetteva solo cattiveria. Dunque il mio disagio vero non era dovuto al questuante, ma alla fanciulla!. Qualche giorno dopo, andando alla S. Messa, mi ha colpito la Parola di Dio quando Gesù diceva ai suoi discepoli: “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultéri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo". (Matteo 7, 21-23)

Considerazione: uscendo dalla metafora viene la considerazione che il paradiso o l'inferno già da ora li abbiamo nei nostri cuori.

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