giovedì 30 luglio 2009

Beato l'uomo

Salmo 1
1Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;.

Per ridurre la complessità del discorso e non entrare in ambiti specialistici che non ci competono, vorrei rifarmi ad un commento di Gregorio da Nissa quando dice che il salmo 1 ci persuade ad allontanarci dall’empio o dal male ed accostarci al buono e al bene.
Reso così più semplice il significato delle parole cui ci rifacciamo, naturalmente ai soli fini del ragionamento che segue, mi chiedo cosa significhi per l’uomo di oggi, ed in particolare per i nostri giovani, la Parola quando definisce beato (felice) l’uomo che rifugge il male.
Cosa è male oggi? E chi sono questi empi, peccatori e stolti?
Siamo figli di un’epoca dominata dai mass media i cui messaggi, in nome della cronaca, della cultura, della libertà, propongono una propria visione della vita e del bene e del male, che inconsciamente assorbiamo. Ed è risaputo che questi messaggi hanno spesso potere di incidere sulle nostre coscienze, ed innestare o modificare significati e valori.
Risultato concreto è che la morale pubblica e privata anche per questo motivo stanno variando, come sta variando la percezione di peccato. Quindi ancora la domanda: cos’è peccato oggi?
Sembra quasi che i più grandi risultati finora ottenuti nella nostra lotta per la libertà, siano quelli relativi al senso del peccato che nel sentire comune ne risulta molto ridimensionato rispetto al passato. E questo è dovuto anche all’avanzare di un relativismo etico che tende a negare l'esistenza di valori oggettivi assoluti sui quali fondare l'agire morale.
Forse è arrivato il momento di riconsiderare il senso del gesto d’amore fatto da Dio all’uomo quando ci ha donato una legge. Perché, potremmo chiederci, Dio ha ritenuto necessario darci una legge proveniente dall’esterno, cioè da Lui rivelata, e non ci ha lasciati a noi stessi ed alla nostra libera coscienza?
Il salmo 1 è Parola di Dio ed è ovviamente coerente con se stessa; e quando dice che dobbiamo rifuggire il male non intende quello che noi arbitrariamente additiamo come male, ma quello che intendono la Sua Parola e la Sua Legge. Ed è solo dal nostro obbedire alla Parola che ne consegue la promessa della beatitudine.

mercoledì 29 luglio 2009

La sua legge medita

Salmo 1
1Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;2ma si compiace della legge del Signore,la sua legge medita giorno e notte.


Viene da chiedersi cosa intenda il salmista quando usa la parola meditare. Noi che vogliamo essere “semplici come i Bambini” abbiamo bisogno di fare un piccolo percorso di ragionamento per capire, cercando di ridurre al minimo le complessità.
Per iniziare dobbiamo recuperare un concetto che sta a monte, che tutti conosciamo, e che è importante tenere presente. Cioè, che quando le persone si parlano, e quindi comunicano, c’è chi emette il messaggio, e chi questo messaggio lo riceve. Il primo ovviamente deve emettere un messaggio secondo modalità comprensibili per il ricevente, mentre il secondo deve essere in grado di intendere quello che gli viene trasmesso.
Ora, continuando con la semplificazione, diciamo che il ricevente sarà libero di accogliere il messaggio in modi diversi a seconda di quello che chiameremo il livello di ascolto che attuerà..
● Primo livello – Il soggetto si limita ad UDIRE il messaggio. Posso per esempio giocare a tennis e nello stesso tempo udire il rumore delle macchine che passano sulla strada.
Questo livello implica un impegno minimo da parte del soggetto, ed il ricordo del messaggio rimane in superficie ed è destinato a svanire. Possiamo anche udire un oratore, una omelia, e quando ci chiedono cosa è stato detto semplicemente non ce lo ricordiamo, perché il messaggio non è entrato in profondità.
● Secondo livello – Il soggetto investe una maggiore attenzione al messaggio, quindi assume l’atteggiamento di ASCOLTARE.
E’ la modalità che espletiamo quando per esempio ascoltiamo una lezione che ci interessa, un insegnamento, un discorso che vogliamo capire e fare nostro. L’informazione scende più in profondità e viene memorizzata.
Il Signore del quale ogni parola è preziosa, si rivolge a coloro che ASCOLTANO: “Ma a voi che ascoltate io dico…” Luca 6,27. Il che presuppone il desiderio ricevere questa parola e la volontà di accoglierla nel nostro intelletto e nel nostro cuore..

● C’è un Modo intermedio a questi due che a mio avviso merita attenzione, e si ha quando il messaggio viene accolto con la modalità dell’udire, quindi senza giudizio critico, e viene recepito con la modalità dell’ascolto. Quindi lasciato passare a livelli di coscienza più profondi.
Questo tipo di ascolto presenta molti rischi perché i messaggi, eludendo come dicevamo un giudizio di valore, ed entrando in profondità, hanno il potere di influenzale le coscienze a nostra insaputa.
Se ne ha un esempio quando il bambini sono piccoli, ascoltano la mamma o il papà, ed eseguono in automatico quanto richiesto, senza porsi domande anche perché non ne sarebbero capaci. Questi messaggi o istruzioni non sono innocui, ma vengono assimilati e sommandosi concorrono nel plasmare le loro coscienze.
Qualcosa di analogo avviene quando più grandi guardano in un certo modo la televisione. Qui il giudizio è spesso totalmente spento, la fanno alla grande le emozioni, ed i messaggi che arrivano influenzano direttamente le loro coscienze, la loro visione del mondo, i loro valori.


● Terzo livello – Il soggetto esercita un ascolto chiamato MEDITARE. Nello specifico si tratta di accogliere il messaggio, di lasciare che questo scenda in profondità, di ragionarci sopra, e di ascoltare poi le risposte che provengono dal nostro interno, per giungere possibilmente alla consapevolezza di avere colto un significato di verità da fare nostro.
Detto così si potrebbe pensare che il meditare sia difficile, materia riservata a persone speciali. Ma questo non mi sembra, o almeno non a certi livelli. Anche perché il Signore non si è rivolto a specialisti, ma alle persone più semplici, e questo mi incoraggia.
Non mi voglio naturalmente sostituire alle persone competenti preposte all’insegnamento della chiesa. Questo desidero sia chiaro.
Dunque, una cosa che ho capito, e che desidero condividere, è che sono molto importanti, direi essenziali, le domande che rivolgiamo a noi stessi nella meditazione. Sappiamo che il cervello e la nostra coscienza, opportunamente sollecitati, ci rispondono sempre a tono. Ma se ci poniamo domande sbagliate, o troppo generiche, avremo delle risposte relative.
Per passare al pratico, prendiamo ora finalmente la Parola di Dio, una frase che ci colpisce in particolare, e ci facciamo delle semplici domande:
- cosa significa questo discorso? Cosa mi vuole insegnare il Signore?
- Cosa intende dire il Signore a me con questa parola? Adesso?
- Come posso mettere in pratica questa parola? Adesso?
E le risposte arrivano!!! E altrettanto precise.
Come dicevo, le domande devono essere concrete, semplici ed essenziali. Il rischio, è quello di fare domande più rivolte a soddisfare la nostra sete di cultura piuttosto che il desiderio di sperimentare la potenza della Parola nella nostra vita.

Forse è questo ciò che il Signore ci invita a fare quando dice nel Salmo 1,2 “La sua legge medita giorno e notte”.

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lunedì 27 luglio 2009

Clinica Paradiso

Spesso il motore della nostra vita si va letteralmente ingolfando e le sue prestazioni diminuiscono fino a quando la macchina si ferma.
Questo è spesso dovuto a scarsa manutenzione, ed ai vari disordini fisici, emotivi e spirituali che agiscono quasi sempre in sordina senza che ce ne accorgiamo. E quando ce ne rendiamo conto spesso sono guai.

Allora che fare? A chi ci possiamo rivolgere per chiedere aiuto? Chi ci potrà dare una mano per superare le tante sabbie mobili che insidiano la nostra vita?

La proposta pubblicitaria che vi faremo oggi è di rivolgervi ad una clinica speciale: alla Clinica Paradiso.

Ne avete sentito parlare? Perché Dio non ha pensato solo al meraviglioso mondo che troveremo nell’altra vita, ma anche a quaggiù. Ed ha una sua clinica. Ed il primario è Lui in persona, anche se si serve spesso della collaborazione dei suoi assistenti


Appena vi presentate a questa clinica, voi che vi sentite esausti ed appesantiti dalle vicissitudini della vita, verrete subito fatti accomodare su un riposante lettino, e vi sarà applicata una mascherina di ossigeno con elemento attivo AMORE, che verrà somministrato in dosi progressive, nel rispetto del vostro stato di bisogno.

Seconda fase sarà poi quella di prepararvi, corpo e spirito, per un recupero veloce. Per questo vi verrà applicato in vena una flebo, con ingrediente attivo dosi progressive di PAROLA DI DIO.
Per quanti hanno paura degli aghi non si devono preoccupare, perché questi sono di nuova generazione ed invisibili.

In genere, dopo qualche somministrazione il paziente risponde bene, recuperando decisamente energia e vitalità.

Il recuperato stato di benessere è sempre accompagnato da una nuova consapevolezza del malessere superato e delle nuove prospettive di vita per il futuro.

I medici terranno d’occhio il sistema immunitario che dovrà recuperare vigore e combattere contro agenti patogeni che non sono ancora del tutto debellati e che, essendo attivi, possono ancora indebolire o uccidere. Sono fra questi agenti tutta la varietà di disordini interiori quali i risentimenti, le mancanze di amore, di pazienza, di benevolenza, di perdono, ecc.

Lo specialista prescriverà poi una energica lavanda generale, per togliere tutte le scorie ed impurità presenti, e questa verrà fatta tramite una buona CONFESSIONE. Si tratta di un intervento molto potente perché raggiunge le aree più profonde del nostro essere.

Particolare attenzione verrà poi dedicata alla alimentazione, ed il cibo prescritto verrà integrato dal PANE DIVINO in dosi giornaliere.

Con questi interventi, ed altri più mirati all’occorrenza, il paziente riprenderà presto vita, recupererà energia nuova e, completamente rinnovato, riprenderà a funzionare in modo sano ed autonomo.
Si avvicina così il momento di essere dimesso e lasciare la clinica.

Prima di lasciarla sarà tuttavia necessario un periodo di riabilitazione, durante il quale il paziente si eserciterà e creerà la nuove abitudini per gestirsi da solo, mettendo in pratica tutto quello che ha imparato. Avrà così gli strumenti per affrontare la vita in modo nuovo, ed operare con abbondanza di frutti, conservando la recuperata PACE nel cuore.

Infine verrà dimesso, ma la riabilitazione dovrà continuare anche a casa, perché è necessario imparare sempre a fare meglio, evitando di ricadere nelle vecchie abitudini e nel passato stato di malattia.

All’uscita dalla clinica non si paga per la degenza e le terapie. Rimane solo il dovere di ringraziare . di cuore il Signore per la sua bontà, nulla di più, perché l’amore di Dio che guarisce è donato gratuitamente.
Si fa presente che la clinica gode di un sistema di areazione speciale, ed in tutti i locali si respira costantemente una sottile e benefica aria di PREGHIERA e di LODE a Dio.
L’umore dei pazienti è sempre positivo, e questi spesso esprimono gioia attraverso canti spirituali e testimonianze di fede.

Ci sono tante cliniche che seguono altre forme di terapia, ma i risultati non sono gli stessi.


°°°°°°

Qualcuno è già stato in questa clinica? Sarebbe interessante raccogliere qualche testimonianza.

sabato 25 luglio 2009

Autostima

Quando una ragazza si rivolse ad un saggio presentando il suo grosso problema riguardante l’autostima, questi, il saggio, la apostrofò con molta energia e con tono di rimprovero le chiese: “Quanta gente ti è riconoscente oggi?”

Questa frase mi ha colpito ed ho rivolto la stessa domanda a me stesso: “Quanta gente mi è riconoscente oggi?”
Poi subito, preso da uno spirito che riconosco polemico mi sono chiesto ancora: “Ma io, verso chi, oggi, dovrei sentirmi riconoscente?”

Ho fatto poi una veloce rassegna, scegliendo di volgere attenzione alle ferite più piccole, a quelle apparentemente invisibili che raccolgo ogni giorno, alle quali mi costringo a non dare peso, ma che, a ben guardare, mi segnano in profondità. Sono quelle rientranti nella categoria della mancanza di amore.
Intendo la mancanza di uno sguardo benevolo, di un sorriso, di un saluto sincero, di dimostrazione di attenzione, di un momento di ascolto, di accoglienza.

Mi sono poi chiesto ancora:
Quante persone si aspettavano da me, oggi, un atteggiamento anche minimo di benevolenza, simpatia, ascolto, disponibilità, ed io le ho deluse?

Certamente con poco avrei potuto rendere più felice qualcuno, più ottimista, più fiducioso, e per quel piccolo gesto il mondo sarebbe diventato più buono.
Occasione persa!

Cadiamo, o almeno io cado spesso nel tranello di pensare ed arrovellare il cervello per problemi planetari, che vanno al di là delle mie competenze e capacità, e non vedo le piccole cose che il Signore mi mette davanti in ogni momento e che potrei fare anche senza tanto sforzo. Risultato? Che faccio poco o niente.

Poi ho pensato ad un piccolo gesto di amore che ho fatto oggi ad una vecchietta che conosco: sono andato a comprarle le medicine in farmacia. Gesto minimo, da boy scout! Eppure come mi sento soddisfatto per questa piccola cosa; mi si apre il cuore; ed una sensazione di libertà e leggerezza riempie il mio essere e lo libera negli spazi infiniti dell’Amore che dà vita.
Grazie Signore Gesù!
E la mia autostima? …alle stelle!!!
Che il Signore ci abbia regalato una cura per guarire anche la mancanza di autostima?

Sono discorsi che ci portano lontano.

Mt 20, 25-28
Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti".

venerdì 24 luglio 2009

Chiodi

“C’era una volta un ragazzo con un pessimo carattere.
Suo padre gli diede un sacchetto pieno di chiodi e gli disse di piantarne uno nella staccionata del giardino ogni volta che perdeva la pazienza o litigava con qualcuno.
Pian piano imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati diminuì di giorno in giorno: scoprì che era più facile imparare a controllarsi che piantare chiodi.
Finalmente il giorno in cui il ragazzo non piantò nessun chiodo arrivò. Allora andò dal padre e gli disse che quel giorno non aveva avuto bisogno di piantare alcun chiodo.
Suo padre allora gli disse di levare un chiodo dalla staccionata ogni giorno in cui fosse riuscito a non perdere la pazienza.
I giorni passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre di aver levato tutti i chiodi.
Il padre condusse il figlio davanti alla staccionata e gli disse:
Figliolo, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi hai lasciato nella staccionata! Non sarà mai come prima. .”.(Isabelle Gueray)

giovedì 23 luglio 2009

Un semplice sorriso.

Come succede spesso al mattino, sono andato al bar per prendere il solito caffè con schiacciatina. A servirmi era una simpatica barista di origine cubana che quando mi ha visto arrivare mi ha salutato con un “Buongiorno Luigi” regalandomi il suo bel sorriso che a scanso di equivoci definirò “professionalmente corretto”. Sono poi entrate altre due persone di mezza età che rivolgendosi alla barista, che chiamerò Maria, hanno incominciato a commentare, direi pesantemente, un articolo del giornale che aveva evidenziato il grande afflusso di stranieri in provincia di Mantova. Senz’altro si conoscevano, perché i toni avevano anche sfumature piuttosto confidenziali.: “E’ uno schifo, tutta questa gente!” dice il primo… “ Perché non se ne stanno a casa loro… io li manderei tutti via!..” Ho vissuto attimi di imbarazzo, ma anche di curiosità, perché essendo appassionato di comunicazione, volevo vedere come sarebbero andate a finire le cose. E Maria mi ha letteralmente stupito. Per nulla infastidita da quelle parole direi provocatorie, ha risposto con una simpatica risata e ha detto che la pensava così anche lei! Disarmante. Poi ha proseguito l’altro: “Certo che se andassimo noi a Cuba ci manderebbero via!” E Maria, ancora più divertita da quei discorsi ha risposto: “ Certamente! Perché noi non vi vogliamo!”. Ed è finita lì. Certamente loro si conoscevano ed i due hanno voluto giocare a provocarla, ma lei ha saputo stare al gioco con molta eleganza. Ero entusiasta per come lei ha saputo gestire la relazione!!!
Andandomene mi sono detto che da questa esperienza ho imparato delle cose e per di più ne ho avuto conferma sul campo. Perché, mi vado spesso chiedendo, quando ci si parla è così facile scivolare nel sentirsi offesi e risentiti? Maria con la sua semplicità ha dimostrato che con un sorriso si possono superare tante situazioni senza trasformarle in dolorose o imbarazzanti; si possono eludere già a monte quegli antipatici discorsi che guarda caso, per nostro limite, tendono così facilmente a degenerare. Con un semplice sorriso… o con una battuta spiritosa.

La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini ( Fil. 4,5)

lunedì 20 luglio 2009

In una valle oscura

Dobbiamo rendere gloria al Signore per le meraviglie che Lui fa in continuazione, quando gli diamo solo un po’ di fiducia e quando crediamo nella potenza della Sua Parola.
Le parole di testimonianza sono di una signora, vedova da non molto, e costretta su una carrozzella a causa di una malattia, che le impedisce di muoversi sulle gambe. La chiameremo Rosa (non useremo il suo vero nome per rispettarne la privacy), Rosa perché è bella e delicata come un fiore.

La sua vita è stata molto segnata dalla sofferenza, ed ora, vedova, si trova a convivere con la comprensibile paura di dover affrontare da sola tutti gli imprevisti della vita.
Ebbene, succede un giorno a Rosa, quello che temeva più di tutto, cioè di cadere e ferirsi ad un ginocchio..che preoccupazione, solitudine, angoscia, paura…
E’ a questo punto che la Parola di Dio si fa strada attraverso un nostro fratello (uno di noi tanti che umilmente diamo la nostra testimonianza di cristiani) citando il salmo 23,4:

“Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male perché Tu sei con me”.

E rivolgendosi a Rosa, le dice: ‘capisco la sua preoccupazione, ma il Signore ci ha fatto una promessa… anche se attraverso una valle oscura…. Capisce signora Rosa? Valle oscura? Più oscura di così! Ma Lui è fedele, lo ha promesso. Non è uno qualsiasi che parla, è Gesù, la Parola, DIO!!! E noi dobbiamo solo dare fiducia a Lui.‘

Ripeto che protagonista di tutto è la Parola che per prima si è donata al fratello testimone, poi alla sorella Rosa. Qui termina la premessa. Passiamo ora la parola a Rosa che così ha dato testimonianza scritta quando è uscita dall’ospedale.

Devo ringraziarla per quello che mi ha detto, ho avuto tanta paura e tremore…
ma ho sempre detto dentro di me...non ho timore perche Tu sei con me ...Tu sei con me
. ..stammi vicino, stammi vicino ho paura
...donna di poca fede.

Li ho ripetuti per due giorni ..e ho cominciato a sentirmi tranquilla dentro.
Tutti all’ospedale si sono mostrati miracolosamente gentili intorno a me, dottori e infermieri.
Senza difficoltà ho trovato poi un infermiere in pensione che mi fa le punture a casa.
Poi si è resa disponibile una donna per la pulizia personale.
Mio cognato e mia sorella si scambiano il turno per i pasti e le amiche continuano a telefonarmi, quelle parole del Signore mi hanno salvata dalla paura e dalla disperazione ,Lui mi è stato davvero vicino

La ringrazio di avermi proprio parlato della vicinanza di DIO che non ci lascia soli.
Ho voluto raccontarglielo perche è una cosa straordinaria per me.
Saluto cordialmente Rosa.

Rosa ha voluto dare la sua testimonianza per lodare e ringraziare il Signore che continua ad essere presente nella vita di quelli che credono in Lui.

giovedì 2 luglio 2009

Lourdes

Perchè sono andata a Lourdes?
E’ una domanda che mi è stata posta tante volte in questi giorni .. e sempre più mi rendo conto di quanto la mia risposta sia semplice, ma fortemente motivata: E’ STATA UNA CHIAMATA.
Sono sincera, non ero partita con il proposito di chiedere una grazia particolare al Signore, di fare nuove amicizie o di intraprendere un’esperienza diversa dalle altre; la mia unica intenzione era quella di ESSERE LA’ indipendentemente da tutti e da tutto.
E pensare che sembrava non ci fossero piu’ posti disponibili…Quale è stata la mia reazione?Ero tranquilla e troppo convinta che in un modo o nell’altro sarei riuscita a partire…ho affidato tutto alla Provvidenza...

Quale è stato il risultato di tanta CONVINZIONE?
La pace, la gioia, la voglia di vivere, il desiderio di donarsi, l’amicizia, la gratuità!
Ma è possibile, qualcuno si chiede, che tanti ragazzi, adulti, malati, pellegrini impieghino giorni di ferie per sostenere un viaggio tanto faticoso al solo scopo di recarsi ad un Santuario quando ne esistono tanti in Italia sicuramente più semplici da raggiungere?
Di fronte a tale provocazione il mio cuore, la mia mente, il mio spirito rispondono:”SI E’ POSSIBILE!!”. Perché è proprio la presenza di Maria e di persone tanto vicine alla sofferenza, che camminano insieme, che ti ricolmano il cuore di una gioia infinita. E la cosa più bella e disarmante è che io, volontaria che ha scelto di prestare servizio, ho scoperto che non sono io ad aiutare, consolare, donare, ma sono gli altri, i più sfortunati, ad arricchirti profondamente.
La gioia nel cuore che ho provato e che continuo a sentire al solo ricordo di un sorriso è il dono più grande!!! Quanti pensieri inutili tanto opprimenti nella vita di ogni giorno che diventano realmente vani di fronte a persone tanto Meravigliose..
E’ davvero pazzesco come questi fratelli più sfortunati di noi, ma tanto ricchi nella fede, riescano a farti sentire importante..E quello che alla fine scopri è che anche la persona che all’inizio non riuscivi ad avvicinare , perché troppo malata, troppo difficile da amare, diventa la più cara, la più essenziale….quella per cui faresti qualunque cosa per ricevere da lei un semplice, ma importantissimo sorriso.
Cosa mi fa’impazzire? E’ che vieni totalmente ANNIENTATO da quel sorriso..è il sorriso della purezza di cuore, della verità…è un sorriso che vale veramente tutto!!

Perché ritornerei a Lourdes?
Perché ho vissuto un’esperienza senza eguali. La gioia, la leggerezza del cuore, la CERTEZZA di non essere mai soli e di poter sempre e comunque donarsi gratuitamente…ricevendo… TROPPO!!!