Ottobre missionario "per promuovere l'annuncio del Vangelo nel cuore di ogni persona, di ogni popolo, cultura, razza, nazionalità", è questo l'obiettivo che si prefigge il papa Benedetto per la Giornata Missionaria di quest’anno. Ma tale annuncio non è efficace se chi lo propone non è un testimone credibile nutrito "dalla preghiera, dalla meditazione della Parola di Dio e dallo studio delle verita di fede". Infatti "gli uomini del nostro tempo, magari inconsapevolmente, chiedono ai credenti non solo di 'parlare' di Gesù, ma di 'far vedere' Gesù in ogni angolo della terra davanti alle generazioni del nuovo millennio e specialmente davanti ai giovani di ogni continente, destinatari privilegiati e soggetti dell'annuncio evangelico".
E' stimolante, per noi, trarre da queste parole un vero e proprio programma per rivitalizzare ed attualizzare quella Milizia dell'Immacolata che san Massimiliano ha fondato la sera del 16 ottobre del 1917 e che lo Spirito Santo oggi ha consegnato alle nostre fragili mani. Non dimentichiamo che Padre Kolbe fu anche grande missionario. Durante il Pontificato di Pio XI, detto "il Papa delle Missioni", il Ministro Generale dell'Ordine Francescano Conventuale invitò i frati a dedicarsi ad opere missionarie, secondo lo spirito della Regola Francescana. Padre Massimiliano rispose immediatamente e nel 1930 parti per il Giappone dove fondò una piccola Citta dell'Immacolata, Mugenzai - No - Sono, indicando in tal modo la natura missionaria della Milizia. Ai suoi frati chiedeva di emettere un "quarto voto" che consisteva nell'essere pronti all'obbedienza ai superiori "senza riguardo a difficoltà e pericoli" (SK 402).
Noi sappiamo oggi che "la missione" non è una questione meramente geografica, la nostra Chiesa italiana, che ha sempre donato con generosità numerosi missionari a tutti i continenti, oggi annovera tra il suo clero sacerdoti di razze e culture diverse. Oggi è il nostro Paese, sempre più indifferente e lontano dalla religione, ad essere terra di missione. E la missione può essere definita una questione d'amore: l'amore folle di Dio Padre che vuole la felicità dei suoi figli e l'amore di chi si fa messaggero e testimone della tenera paternità di Dio. San Massimiliano, ai suoi frati lontani da Niepokalanow e dispersi a causa della guerra, raccomandava: "Cerchiamo di non desistere dall'attivita missionaria della conquista dei cuori all'Immacolata". E aggiungeva: "un solo atto d'amore perfetto fa rinascere l'anima" (SK 892) nostra e degli altri.
Testimone autentica di questa verità è certamente Madre Teresa di Calcutta, di cui ricordiamo i cento anni dalla nascita. A chi le chiedeva continuamente il perchè del suo vivere tra i poveri, i lebbrosi, i disperati, ripeteva: «Per amore di Dio». Non occorre andare troppo lontano per amarli.
tratto dal numero di ottobre del "Cavaliere dell'Immacolata"
Nessun commento:
Posta un commento