Da parroco mi pare l'invito più importante : FERMATEVI E PREGATE!
Mi rendo conto di fare un invito scomodo e per alcuni difficile da capire soprattutto per chi non ha tempo da perdere... Ma cosa significa pregare?
Senza scomodare il vocabolario e prevedendo di parlare a gente "religiosa" cioè che ha un minimo di cognizione circa la fede, ho pensato di invitare tutti a trovare, durante l'estate, un tempo quotidiano dove spegnere il fare (fermarsi), per aprire il cuore alle situazioni (vs l'indifferenza) ed entrare nella preghiera (cioè portarle a Dio).
Pregare diventa “un tempo” e “un modo” di amare la vita e le persone, perché quando queste sono minacciate le possiamo portare al Signore col nostro "cuore coinvolto e ferito".
Nella fede sappiamo che Lui può esercitare la sua misericordia e intervenire nella nostra storia. Qualcuno potrebbe obiettare che Dio può farlo ugualmente, ma senza “farsi pregare”! Vero, ma il volto di Dio raccontato da Gesù nei Vangeli ha sempre mostrato un rispetto "delicato" verso la libertà degli uomini e le loro intenzioni profonde. Famosa la domanda che Gesù fa al cieco di Gerico: "cosa vuoi che ti faccia?". Tutti han visto che è ceco, anche Gesù, eppure prima di intervenire c'è questo dialogo un po' scontato, ma che rivela la sottile idea che forse quest'uomo non sia disposto "a vedere" quel che c'è da vedere. Forse è meglio non sapere le cose. Forse è meglio non guardare i telegiornali e lasciare agli altri l'iniziativa… Cosa possiamo farci noi se la politica… se l’economia… se la povertà… se l’ingiustizia… se la televisione… se… Ma questa de-responsabilizzazione Gesù non l'accetta. Sembra dirci: "Posso guarirti, ma tu sei disposto a fare la tua parte?".
In questo mondo pieno di narcisismo, di adulti egocentrici e poco significativi per le nuove generazioni, segnato dalla normale indifferenza verso le ingiustizie, costantemente alimentato da un clima di scontro e di sfiducia verso il prossimo, dove la vita e le sue regole sono ormai minacciate (= lo dice la natura ribelle), la preghiera ci aiuta a crescere nella responsabilità e nell'amore.
Pregare dunque, significa amare questa vita così come è. Significa affidarla al Dio di Gesù Cristo che per gli uomini è disposto a tutto. Un amore raccontato nella storia di Maria di Nazaret che in questi giorni la Chiesa ci mostra come modello di affidamento e di preghiera. Famoso il miracolo alle Nozze di Cana: la madre di Gesù si fa carico della mancanza di vino della festa e invita i servi a fare quello che dice Gesù. Vale anche per noi: chiedere insieme a Maria che Gesù "risolva questo mondo", chiedere di portare vita nelle situazioni dove si è iscritta prematuramente la morte, chiedere di liberare il cuore degli uomini dalla sfiducia per far progredire il mondo verso la condivisione e la giustizia.
Ricordo ancora un anziano signore della mia prima parrocchia, che desiderava ricevere la Santa Comunione tutte le settimane. Visto che era impossibilitato ad uscire di casa, andavo a portargliela tutti i giovedì. Mi diceva sempre, con la litanica ripetitività di un anziano un po' sclerotico, che il mondo non è ancora scoppiato solo per la continua preghiera davanti all'eucaristia dei cristiani di tutto il mondo. In effetti molta gente ha fatto della preghiera una ragione di vita e una consacrazione a Dio. Possiamo pensare che in ogni ora del giorno viene celebrata una Messa da qualche parte del mondo.
Ancora oggi gli ordini religiosi contemplativi sono nella chiesa impegnati alla preghiera tutto il giorno o vegliando durante la notte. Segnalo un ordine di suore impegnate in un ospedale, che si riunisce da quattro anni al checkpoint di Betlemme tutti i venerdì per celebrare i misteri del dolore (Rosario) davanti a un luogo di separazione tra Ebrei e Palestinesi. A livello politico certamente non produrrà grandi cambiamenti, ma la fedeltà a questa preghiera ci rivela tutta la forza d'amore di chi ha scelto di curare la vita e si sente responsabile di chiederla con insistenza a Dio per il bene di tutti. Per questo motivo questa estate, fermatevi e pregate!
don Daniele