Nella nostra vita o Dio entra con un miracolo clamoroso o, nonostante ci interpelli sempre, non siamo pronti a vederlo, sentirlo…o forse non vogliamo...
Gli fu detto: “«Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.”(1Re 19, 11-12) Ma Dio è così, è nel “mormorio di un vento leggero” piu' che nel fragore di avvenimenti ammalianti o sotto le luci della ribalta.
Ecco la testimonianza di Francesco che nell’ascolto della quotidianità sente il “mormorio di un vento” che gli dice “«Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo»”(Mt 17, 5b): ed incontra Gesù!
E' difficile scrivere di sè ad un pubblico potenzialmente vasto ed anonimo come può essere quello di internet. Schiarire le idee, far riemergere nitidamente i tratti predominanti di questa esperienza per poterla offrire al di là dei singoli episodi e renderla comprensibile, farla espressione sincera.
Una vita la mia in cui mi sono sempre posto tante domande sul senso di esistere, sopratutto dopo i 30 anni. Ho vissuto alcuni anni senza Dio, non perchè non credessi nella Sua esistenza, ma per scelta di tenere lontano un Dio che non comprendevo più, che non assecondava i miei desideri...
Un Padre direi scomodo ed ingombrante, un’idea di Dio, un'idea che il 29 aprile 2006 a mezzogiorno è cambiata, si è sgretolata e continua a frantumarsi, come mai? Semplice, ho incontrato Gesù in una chiesetta; non dovevo essere lì, non era nei miei programmi ma ero lì... con le mie domande e le mie certezze. In quel momento, in quell'angolino Lui è venuto mi ha parlato nel cuore e mi ha chiamato per nome ed ora continua ad esserci sempre, anche nei silenzi. Questa è GRAZIA, ho conosciuto profonda felicità, era chiara solo una cosa abbandonare le mie sicurezze, crescere cambiare e fidarsi di Gesù, avevo 33 anni. Sentirlo insieme come Dio e come tenero fratello è stato per me sconvolgente, non sono le parole che leggiamo nei vangeli, è più profondamente percepire in Lui una perfezione d'amore così immensa che ti chiede:”seguimi!”. Sto cercando di farlo, cado ogni giorno ma Gesù è sempre li con me e da qualche mese mi ha fatto incontrare Laura e in Lei c'è tanto di Lui...A te che capiti in questa pagina, a te che mi conosci chiedo solo di entrare in una chiesetta, chiudi gli occhi apri un angolino del tuo cuore anche fosse per dire a Gesù ciò che non comprendi, ciò che detesti e non comprendi nella vita tua...E' una vita che desidera parlare proprio con te e stringerti come nessuno mai ha mai desiderato fare e come nessuno può amarti.
Il Tempo, cosa è il tempo? Il tempo è passato…quante cose abbiamo fatto, quanti ricordi, quanti sorrisi... Il tempo è futuro…quante aspettative, quante speranze, quanti sogni… Il tempo è presente. Ma cosa è il presente? Come valorizzarlo prima che diventi passato e prima di desiderarlo semplicemente come futuro imminente? Bisogna considerare ogni singolo attimo. Ma come si fa a vivere a pieno l'istante, questo preciso istante? Correndo nei nostri impegni o forse riposando nelle nostre distrazioni? Cosa ci dice il Signore, come ha gestito il suo tempo quando era in mezzo a noi? Come ha potuto dire sulla Croce prima di spirare ''Tutto è compiuto’’ (Gv 19,30)? Ma cosa aveva fatto nei suoi 33 anni di vita per arrivare a pronunciare un' affermazione di tale portata? Ce lo ripetono più volte le Sacre Scritture: Gesu' faceva sempre la Volontà del Padre, la Volontà di Dio! Qualsiasi cosa, gli incontri con Lazzaro e le donne, i discorsi alle folle, a mensa con i discepoli, tutto avveniva affidandosi totalmente a Dio. Ma possiamo noi imitare Lui che è esempio sublime di vita? Ebbene SI! Ma come facciamo nella nostra piccolezza anche solo a capire quale è la Volontà del Padre? Sarà strano ma la cogliamo solamente nella nostra quotidianità! Ma come? Guardiamo a Maria donna umile e madre di Dio che ha sempre vissuto “meditando nel suo cuore” (Lc 2,51) il mistero di suo figlio Gesù, giorno dopo giorno. Ecco allora la risposta che ci viene guardando alla vita di Maria: umiltà e preghiera! Solo nell’ umiltà si può cogliere la bellezza della Volontà del Padre, del Suo progetto su di noi; solo la preghiera costante può aiutarci ad affidarci a Lui.
Poniamoci allora in questo atteggiamento di umiltà e preghiera affidando alla dolcezza di Maria ogni singola giornata, ogni grande o piccola scelta della nostra vita perchè ci sostenga sempre e ci aiuti ad avvicinarci sempre più al nostro Signore, così che ogni istante sia davvero per noi fonte di una nuova vita alla luce della Volontà del Padre.
"Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario -che era stato sul suo capo- non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.
Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù,in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» -che significa: Maestro!". Gv 20,1-16
E’ ancora buio.
Sì, è ancora buio, ma l’amata non può sostare, deve cercare il suo Amato.
"Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amore dell’anima mia. L’ho cercato, ma non l’ho trovato". Ct 3,1-2
Chissà quale sarà stato il passo di Maria di Màgdala mentre si recava al sepolcro. Sarà stato quello tipico di chi si reca al cimitero, e non si corre quando si va a versare lacrime sulla tomba dell’Amato.
E’ buio anche nel suo cuore: dolore, anzi disperazione, scompiglio.
Giunta al sepolcro lo scompiglio si trasforma in caos totale: il corpo del Signore non c’è più! Oh no! Povera Maria, non sa più nemmeno dove poggiare il capo per versare le sue lacrime.
Maria è la sposa innamorata, straziata e non può essere consolata, non vuole essere consolata. E allora?
Allora corre per dare la notizia a Pietro e al discepolo amato, e anche loro si mettono a correre. Tutto è ribaltato, la Pasqua è ANARCHIA, perché nulla è più quello che vediamo con gli occhi carnali.
La morte non è più tale, perché "Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello". E la Vita ha vinto! (1)
Ma Maria ancora non lo sa, rimane lì e piange. Non torna a casa.
La Pasqua non ti può lasciare quieto, non puoi restare indifferente e comodo. Se non sei disposto a correre, ad abbandonare le tue sicurezze, caro amico, cara amica, come puoi festeggiare?
La GIOIA PIENA è riservata a chi, come Maria, rabbrividisce al pensiero d’aver perso l’Amato e lo cerca, non si dà pace, non si lascia consolare nemmeno dagli angeli.
Oh Maria, voglio cercare con te e dire: "Dov’è andato il tuo amato, tu che sei bellissima tra le donne? Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato, perché lo cerchiamo con te?". Ct 6,1
Ad un certo punto Gesù le dice: "Maria!".
E Maria, che con lo sguardo non l’aveva riconosciuto, tale era la disperazione, riconosce la voce… o meglio, riconosce l’INEFFABILE AMORE con cui il suo nome è pronunciato. Sì, perché Gesù le aveva già chiesto: "Donna perché piangi? Chi cerchi?". Ma quando lui pronuncia il suo nome tutto è svelato!
Il nome, nella cultura ebraica, rappresenta l’essenza stessa della persona e solo Gesù può rivelare sino in fondo a Maria la sua essenza: tu sei la mia amata!
E così Gesù rivela anche la propria essenza: essere l’Amore.
L’Amore ha trionfato!
La sua voce è una carezza, ed un fremito di gaudio sconvolge Maria, che esulta di pura gioia, perché Cristo è risorto e la chiama a sé come sposa. "Ora l’amato mio prende a dirmi: alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto!". Ct 2,10
E Maria risponde: "Rabbunì!", cioè: "Maestro mio!".
Quella sposa, OGGI, se lo vuoi, puoi essere tu, caro fratello, cara sorella!
Se riconoscerai tutto il buio del tuo cuore, se accetterai che hai bisogno di un Salvatore che ti strappi dal grigiore della tua vita, se lascerai che il tuo cuore conosca l’ebbrezza della DILATAZIONE, ebbene allora potrai dire: "Io sono del mio amato e il mio amato è mio!". Ct 6,3 E sarà GIOIA PIENA, sarà PASQUA!
Potrai cantare con la Chiesa intera l’Exsultet:
"O notte beata…
O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore!"
La Pasqua non è per i "saggi posati" che non si lasciano turbare, anche Gesù si è turbato prima di affrontare la Passione.
La Pasqua non è per gli "anticonformisti" per cui credere è roba da vecchiette; per cui Cristo sì, ma la Chiesa no.
La Pasqua è per gl’innamorati, gli appassionati che sanno socchiudere gli occhi ed ascoltare la voce dell’Amato che chiama per nome.
E allora la tua gioia non sarà più contenibile! Un cristiano non si può accontentare di surrogati, deve anelare alla gioia piena.
Presto! Corri alla grande Veglia Pasquale del Sabato Santo, per gridare, nel cuore della notte, come gl’innamorati, il tuo Amore, il tuo sì!
Desidero dirti, con le parole della canzone:
"Ho voglia di parlare della gioia che ho in me e quando il mondo poi vedrà la Luce, anche lui ballerà con me!".
Sì, come sposa di Cristo, voglio dirti che questa gioia piena esiste veramente, esiste un amore appassionato che è per te. Devi però lasciare gli ormeggi e farti chiamare per nome.
Voglio cantare e gridare al mondo dell’Amore, dell’Amore del mio Amato.
Se lo vuoi, OGGI, può diventare anche il tuo Amato, ed allora balleremo insieme!
Ed allora ti dirà: "Sono risorto e sono sempre con te"!
Buona Pasqua
Elisa Ordo Virginum
1. Sequenza del giorno di Pasqua
A tutti gl’innamorati del Risorto dedico questa canzone...