sabato 29 maggio 2010

Il Silenzio

L'uomo, nella nostra civiltà, vive nel rumore:
non sa più che cosa è il silenzio.
La vita nasce nel silenzio,
l'uomo muore nel silenzio,
Dio si incontra nel silenzio.

Il silenzio è indispensabile alla vita umana:
esso stimola a pensare, serve a non sbagliare,
dispone ad ascoltare, aiuta a pregare.

E' necessario nella vita avere momenti di silenzio:
tacere di sè è umiltà,
tacere degli altri è carità,
tacere in certi momenti è saggezza,
tacere nell'insicurezza è prudenza,
tacere quando tutto va storto è pazienza.

L'uomo autentico ama il silenzio,
medita nel silenzio,
decide nel silenzio.

Non si deve avere paura del silenzio:
esso è maestro di verità,
è gusto di profondità,
è pace, gioia, serenità,
è il modo per sintonizzarsi con Dio,
è il linguaggio adatto per capire Dio.
Ascolta.

giovedì 20 maggio 2010

Amore vuole amore; fuoco vuole fuoco!

“Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. At 2,2-4

Caro fratello, cara sorella,
arde nel mio cuore il desiderio che tu oggi possa destarti, che tu possa aprire occhi e cuore alla Grazia, allo Spirito Santo!
Ascolta bene:
  • “venne un fragore”, sai cosa significa? Fragore vuol dire rumore assordante!
  • “un vento impetuoso”, cioè rapido e violento.
  • “lingue di fuoco”, fuoco! Non tepore!
  • “cominciarono a parlare altre lingue”, questi pescatori ignoranti diventano sapienti!
Se tu, oggi, quando questa Parola verrà proclamata, continuerai a sonnecchiare, povero te!
Oggi si compie il tempo Pasquale: con la venuta dello Spirito Santo, Gesù sarà con noi sino alla fine del mondo. Oggi si attua quello che Gesù stesso aveva annunciato essere lo scopo della sua missione: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” Lc 12,49
Vedi figliuolo caro, il punto è questo: il Signore è venuto a stravolgere la tua vita, questo è il suo stile! O tu ti sei lasciato rovesciare come un calzino, o, mi spiace tanto, ma il Tuo Signore non lo hai ancora incontrato!!! E allora?
Allora è il caso di scuotersi dal TORPORE! Piangi e prega: chiedi allo Spirito Santo di toccarti il cuore, di renderlo di carne.
Bisogna riflettere… i grandi santi ce lo insegnano! Qual è lo scopo della vita? Perché esiste la terra? San Giovanni Maria Vianney ci dice che la terra è come un ponte per attraversare un fiume, serve a sostenere i nostri piedi nella traversata: abbiamo un’anima da salvare ed un’eternità che ci aspetta… e questa dipende da quanto qui sulla terra ci lasceremo divorare dall’Amore, dal Fuoco!
Santa Gemma Galgani così esclamava: “Amore vuole amore; fuoco vuole fuoco!”
Il Signore non può salvarti, non può incendiarti d’Amore, se tu non gli dici: “Sì, lo voglio!” Sai qual è l’unica vera libertà? Fare ciò che piace all’Amato, per amore, solo per amore.
Tu, chi ti vive accanto, la Chiesa, il mondo hanno bisogno di fuoco nel cuore, di parole sulle labbra, di profezia nello sguardo. (Paolo VI)
Noi cristiani siamo chiamati a vivere, nella Chiesa, una perenne Pentecoste!
E’ un combattimento, non una passeggiata! Il Papa Benedetto XVI ci mostra tutte le “armi” per invocare, OGGI, una nuova Pentecoste!
Voglio dedicare uno spazio alle preziosissime parole del Santo Padre a Fatima, il 13 Maggio 2010, perché sono parole profetiche, parole volte ad una mobilitazione!
Cosa ci chiede? PREGHIERA e PENITENZA! Una novità??? Per niente!
Negli Atti degli Apostoli è pieno di passi in cui gli Apostoli pregano e digiunano!
Ogni decisione importante è preceduta dalla PREGHIERA e dal DIGIUNO!
E noi? Cosa facciamo nei momenti salienti della nostra vita? Banchettiamo! Come Epulone! Ma ricordiamoci bene qual è poi il suo posto nell’eternità, luogo che si è tessuto con la sua stessa stoltezza!
Se il Papa ci ricorda il valore di ciò e perché siamo diventati TIEPIDI… ma i tiepidi saranno vomitati! Il problema non è dei lontani, il problema è di noi cristiani, prima di tutto di noi consacrati e sacerdoti!
Ma vediamo le sue parole……
“Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).” Dio, anche oggi, cerca chi sia disposto a sacrificarsi per la salvezza dei fratelli!
E chiede amore! Il Papa parlando dei pastorelli afferma che ebbero:
“Un’esperienza di grazia che li ha fatti diventare innamorati di Dio in Gesù, al punto che Giacinta esclamava: «Mi piace tanto dire a Gesù che Lo amo! Quando Glielo dico molte volte, mi sembra di avere un fuoco nel petto, ma non mi brucio». E Francesco diceva: «Quel che m’è piaciuto più di tutto, fu di vedere Nostro Signore in quella luce che la Nostra Madre ci mise nel petto. Voglio tanto bene a Dio!» (Memorie di Suor Lucia, I, 42 e 126).”
Ancora Benedetto XVI si domanda:
“Chi veglia, nella notte del dubbio e dell’incertezza, con il cuore desto in preghiera? Chi aspetta l’alba del nuovo giorno, tenendo accesa la fiamma della fede?”
E conclude auspicando:
“Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.”

La missione profetica di Fatima è quella di implorare la conversione, attraverso la preghiera e la penitenza, perché il Cuore Immacolato di Maria possa trionfare!
Il Santo Padre chiede la collaborazione di tutti, chiede la tua generosità, chiede il tuo amore, chiede la tua vita… sapendo che la riporrai in mani sicure: quelle di Gesù, l’unico che non ti deluderà MAI!

Cosa lo ha spinto ad annunciare tutto ciò? L’Amore!
“Sono venuto a Fatima, con gli stessi sentimenti dei Beati Francesco e Giacinta e della Serva di Dio Lucia, per affidare alla Madonna l’intima confessione che «amo», che la Chiesa, che i sacerdoti «amano» Gesù e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui, mentre si conclude quest’Anno Sacerdotale, e per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene che rendono accogliente e benefica la Casa di Dio.”

Che meraviglia! E cosa permette l’Amore? La fedeltà e la preghiera!
“Permettetemi di aprirvi il cuore per dirvi che la principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell’Altare, dev’essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore”. E… “una vera intimità con Cristo nella preghiera, poiché sarà l’esperienza forte ed intensa dell’amore del Signore che dovrà portare i sacerdoti e i consacrati a corrispondere in un modo esclusivo e sponsale al suo amore”.
Il Pontefice ha fatto anche un atto di affidamento e consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria. In questo ha chiesto alla Vergine la sua intercessione per “non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle suggestioni del Maligno”. “Preservaci con la tua purezza, custodiscici con la tua umiltà e avvolgici col tuo amore materno, che si riflette in tante anime a te consacrate diventate per noi autentiche madri spirituali”, ha implorato. “La tua presenza faccia rifiorire il deserto delle nostre solitudini e brillare il sole sulle nostre oscurità, faccia tornare la calma dopo la tempesta, affinché ogni uomo veda la salvezza del Signore, che ha il nome e il volto di Gesù, riflesso nei nostri cuori, per sempre uniti al tuo!”, ha concluso.

Ecco! Rimaniamo uniti nel cenacolo con Maria e gli Apostoli, quelli dei nostri giorni: i sacerdoti, i vescovi, il Papa, per invocare il dono di una nuova Pentecoste per la Chiesa e perché da essa possa sgorgare, come fiumi d’acqua viva, su tutta l’umanità!

Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra! Elisa Ordo Virginum

venerdì 14 maggio 2010

Cosa significa “Gesù ascende al Cielo"?

Carissimi amici, oggi è la FESTA dell’Ascensione!
Ma cosa significa che “Gesù ascende al Cielo”?
La parola “ascensione” è evidentemente legata al significato del salire. Gesù, il Figlio di Dio, sale al Cielo, va a prepararci un posto presso il Padre e ci promette di non lasciarci soli, inviandoci il Suo Santo Spirito.
Gesù ha detto “E’ meglio per voi che io me ne vada, però io sarò sempre con voi” (cfr Gv 16). Ma come si fa a combinare queste due paradossali affermazioni?
Lui “va via”, ma abiterà sempre dentro di noi, infatti ha detto che con il Padre e lo Spirito prenderà dimora in noi!
Sembra incredibile, eppure è proprio questa la Sua grande Promessa!
Gesù ora entra e si trova in un modo di essere e di esistere diverso dal nostro, però Egli è il medesimo Gesù i cui piedi hanno lungamente camminato per le strade polverose della Palestina, le cui Mani hanno benedetto, accarezzato, guarito e perdonato, vero Dio e vero uomo, nella forma però definitiva dell’essere umano.
Egli si trova ormai nella dimensione spirituale ed eterna, ma continua ad essere Colui che, per amore, porta su di sé e toglie la lebbra del nostro cuore, il peccato.

Crediamo davvero che Egli sia il Vivente? Perfettamente uomo senza più i limiti dell’umano, ma comunque perfettamente uomo!
Egli ci ama, ama me!
Se Cristo adesso, in questo momento, è vero Dio e vero uomo, ci ama con l’amore di Dio e anche con l’amore di una persona umana, portato alla massima perfezione.
E’ dunque amore di un Dio, ma anche amore di un Dio che ha voluto essere uomo, per amarci proprio con tutta l’infinita ricchezza dell’amore umano.
Così in Cristo ci siamo tutti noi ed Egli ci ama, abbiamo una relazione autentica con una Persona che ci invita senza sosta a conformarci sempre più a Lui.
Allora la festa dell’Ascensione prende una luce tutta nuova, diventa il rinnovamento della nostra umanità, il nostro personale rinnovamento: siamo impegnati ad assomigliare sempre più a Cristo!
Gesù non poteva rimanere con noi in maniera visibile, ma ci ha lasciato questo compito meraviglioso, la ragione profonda della nostra vita: essere Lui in modo che chi ci incontra possa ancora esclamare con gioioso stupore: “E’ il Signore!” (Gv 21, 7) e che, oltre le nostre povertà, continui a risuonare, lungo tutte le strade, malate di fretta e distrazione, quel grido festoso di Maria di Magdala nel mattino di Pasqua: “Ho visto il Signore!” (Gv 20, 18).
E’ l’augurio grande che faccio a tutti noi!
Laura