mercoledì 23 dicembre 2009

Regno di Dio

Il Signore è venuto a portare il regno di Dio nel mondo. Non ha mai detto che dobbiamo soffrire e stare male ma ha continuamente aiutato l’uomo a stare bene, nel fisico, nella psiche e nell’anima. Lui stesso quando si avvicinava l’atroce prova ha pregato il Padre di allontanare questo calice, ma nella Sua volontà. Gesù ha sempre promesso pace e gioia, e S. Paolo dirà che dobbiamo essere sempre lieti. Anche la Chiesa, nei suoi vari documenti ha sempre incoraggiato e spinto l’uomo ad agire per il bene comune, nella vita, nel lavoro, nella salute, nell’ecologia, nello spirito.
Dunque, se il Signore ci ha invitati a propagare il regno di Dio nel mondo, questo significa che ci invita e ci manda a fare come ha fatto Lui, i suoi apostoli, i suoi primi discepoli. E noi siamo i suoi discepoli di oggi. Non solo, ma ha anche promesso che Lui stesso opererà attraverso di noi.
Dunque, cosa significa portare il regno di Dio? Fare delle prediche? Pregare e frequentare le funzioni religiose? Si ma non solo, perché ci vogliono le opere. Ed opere significa rendersi strumenti di benessere. Noi pensiamo sempre alle grandi opere che hanno fatto i santi, e ci sentiamo intimiditi e lontani dalle loro capacità. E questo è un inganno, perché ognuno di noi ha i suoi doni, i suoi personali strumenti che Dio gli ha donato. Ogni volta che porto un po’ di pace nelle situazioni della vita, un po’ di serenità, un po’ di positività, un po’ di ottimismo; ogni volta che porto al mondo un piccolo sorriso, che con il mio fare riesco a far stare, non dico bene ma almeno benino una persona, questo è il regno di Dio che viene. Quando agiamo in questo modo, diventiamo missionari di una chiesa che opera anche oggi, e permettiamo al Signore risorto e vivo di agire attraverso di noi come agiva quando camminava per le vie della Palestina. E questo è regno di Dio.
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