lunedì 28 dicembre 2009

Parole magiche - magia delle parole


La magia ha sempre attratto la nostra fantasia e i nostri desideri…! Poi c’è chi la prende più o meno sul serio. I nostri giovani per fare un esempio leggero, e non solo loro, hanno arricchito la signora Joanne Kathleen Rowling, comprando i suoi libri su Harry Potter. Naturalmente sappiamo che per noi cristiani la magia è una pratica da evitare. Ma è poi sempre vero? Oggi voglio svelare una magia che possiamo fare tutti, e che è di una potenza inaudita: la magia delle parole. In particolare la magia di una semplice parola. E non ci sono controindicazioni o effetti collaterali negativi.

Ricordo a questo proposito una signora che quando acquistava una medicina prescritta dal medico, leggeva il foglio illustrativo allegato, parola per parola, e quando arrivava agli effetti collaterali possibili gettava il farmaco avendo la certezza che a lei avrebbe fatto male. Voglio tranquillizzare anche quella signora, se sta leggendo questo scritto. Qualcuno potrebbe poi preoccuparsi dicendo a se stesso: e se questo potere lo usassi male? Certamente, ogni potere può essere usato in tanti modi, ma sappiamo che quello che conta è l’intenzione. Prendiamo per esempio un semplice coltello da boy scout: può essere usato per tagliare una fetta di pane, o un ramoscello, ma anche per ferire una persona.
Dunque, veniamo a questa parola:
è…………………………………………….SCUSA.

Sono solo cinque lettere, ma perché produca effetto bisogna prima di tutto imparare ad esprimerla! Chi pensa ancora che le parole magiche sono facili a dirsi? Non è sempre così. Ci sono persone che piuttosto che pronunciare la parola SCUSA preferirebbero morire! Mi spezzo ma non mi piego direbbe qualcuno. Non sanno che in questo modo la magia funziona lo stesso ma al contrario, mantenendo in essere situazioni irrisolte, rancori anche arrugginiti, odi e risentimenti. E fino a quando la magica parola non viene pronunciata, queste situazioni rimangono congelate se non peggiorano e creano solo malessere.

Più avanti cercheremo di capire il perché della difficoltà a pronunciare questa parola.

Veniamo ora alla parte positiva della magia. Cosa succede quando la pronuncio? Quando, guardando negli occhi una persona, le dico queste cinque lettere: SCUSA?

In genere il primo effetto magico è paralizzante. Una persona può avere forse tutte le sacrosanti ragioni per arrabbiarsi, per avercela con me, per dirmi parolacce, anche per odiarmi…. ma adesso, dopo avere sentita questa semplice parola di sole cinque lettere… rimane spiazzata, la sua rabbia perde di senso e di forza… lì per lì non sa cosa dire ed il più delle volte balbetta un ok., niente, sta bene, non ti preoccupare… e tutta la pesantezza del risentimento incomincia a sciogliersi come per incanto. Il più tenace potrà anche fare una piccola ramanzina, ma è solo uno sfoghino, un afflato finale, tanto per chiudere in modo per lui onorevole. In questo modo la magia può spegnere incendi che se lasciati divampare potrebbero distruggere e bruciare foreste intere; può evitare danni incalcolabili, qualche volta le guerre; d’altra parte, cosa stupenda, può anche ricostruire pace ed armonia!

Mi viene in mente un esempio che può capitare a tutti, banale per la sua semplicità ma paradigmatico perché il meccanismo che si mette in atto è sempre lo stesso: vado in bicicletta ed uno sprovveduto, senza guardare la strada, mi viene addosso. Da parte mia pochi danni ma una grande rabbia. Mi viene l’impulso di dirgliene di tutti i colori, ma lui mi precede e con voce accattivante mi dice: SCUSA. Mi blocco, lo guardo, e gli rispondo, quasi in automatico: PREGO. Farfuglio qualche altra parola ma il senso è quello. La magia ha funzionato!
Un altro esempio: Mi irrito con una persona che mi ha veramente stressato, non ne posso più e glie ne dico quattro e butto giù il telefono, chiuso! Poi mi viene un pensiero: che ne sarà della nostra relazione? Quando ci incontreremo per strada ci saluteremo? Ma lei avrà le risorse per recuperare in modo positivo la nostra relazione? Mi viene freddo! Allora prendo di nuovo il telefono, la chiamo, e le dico: SCUSA!!! Lei farfuglia delle parole, e io ripeto ancora: SCUSA!!! … mi hai scusato? Risponde a voce bassa. Sssi! Ripeto, mi hai scusato? Risposta stavolta più decisa SIII!!! Grazie, buona notte, e riaggancio. Sono passati anni e l’amicizia dura ancora.

Noi cristiani siamo particolarmente sensibili alle nostre coscienze, e sappiamo quanto le mancanze di perdono possono pesare nelle relazioni; quanto queste ferite, perché di ferite si tratta, possono fare soffrire, e quanto difficili sono i percorsi di guarigione. Talvolta ci si ammala.

Dicevamo di voler capire il perché della difficoltà a pronunciare questa parola.

Quando noi incappiamo in una incomprensione, in genere ci accorgiamo se abbiamo offeso qualcuno.

Forse non ci viene nemmeno in mente che potremmo rimediare subito, oppure non sappiamo come fare. Scatta invece in automatico un atteggiamento auto protettivo, spesso condito di ben mimetizzato orgoglio, che ci blocca, perché il nostro essere ha bisogno di confermare se stesso. Ci si ripete che si ha ragione, e che si è fatto bene. Ed alzando il volume della voce interna copriamo la paura sottostante di chinarci all’altro e di riconoscere di averlo ferito. Si vuole in sostanza evitare a noi stessi la sofferenza dell’umiliazione.

In altre parole abbiamo paura di dire: IO sono stato inadeguato, IO sono stato incapace, IO non sono stato accorto, IO non sono valido. Perché questa auto squalificazione sottintenderebbe che IO come persona, non valgo niente. Ne verrebbe misconosciuta la mia identità che è un valore sacro ed intoccabile. Il negare l’IO verrebbe vissuto a livello profondo della nostra coscienza come una morte, un cessare di esistere come persona.

Ma proprio qui sta l’inganno, o meglio, l’auto inganno. Nessuno ci chiede di negare la nostra identità, ma semplicemente di riconoscere che una nostra specifica azione possa essere stata infelice, un nostro comportamento possa avere causato danno. Non identità dunque, ma semplice comportamento. E questo rende le cose molto più facili. E’ diverso per quel ciclista che mi ha investito dire SCUSA perché mi ero distratto (comportamento), piuttosto che SCUSA, ti sono venuto addosso perché SONO un deficiente (identità). E’ diverso per quella persona che ha offeso la vicina di casa dire: scusi, non volevo, mi sono espressa male (comportamento), piuttosto che scusi, sono una idiota (identità). E così via.

Dunque, per usare questa parola magica dobbiamo capirne prima il significato vero: non si tratta, come dicevamo, di negare la nostra identità ed il rispetto che dobbiamo a noi stessi in quanto persone, ma di riconoscere, e qui sta la grandezza, che a causa di un semplice comportamento abbiamo prodotto effetti indesiderati creando sofferenza a qualcuno.
Al primo comportamento (disfunzionale) possiamo dunque aggiungere un altro comportamento (funzionale), e pronunciare la parola magica: SCUSA.
Attiveremo il questo modo la ………………MAGIA!!! .............. e ristabiliremo la perduta armonia.


PS) la magia è più potente quando la si attiva subito, appena fatto il danno.
.

1 commento:

  1. Che bella questa distinzione.fra
    .-COMPORTAMENTO- SONO DISATTENTA
    ---IDENTITA '-SONO DEFICIENTE

    bisogna fare qualche esercizio ma gia'mi sento meglio e poi provero' a usarla con le persone che mj stanno intorno.......

    grazieeeeeeeeeee

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