venerdì 4 dicembre 2009

Maria Porta dell'Avvento

“Maria, tu Porta dell’Avvento, Signora del silenzio, sei chiara come aurora, in cuore hai la Parola…” e il noto canto ci ricorda che la Vergine è l’icona del tempo liturgico che ci apprestiamo a vivere in preparazione al Santo Natale di Gesù. A lei, piena di grazia, si volgono il nostro sguardo e il nostro desiderio, per imitarne l’umiltà, serenità, fiducia, tenerezza materna... E così, quasi senza rendercene conto, Maria diventa l’alibi del nostro disfattismo mascherato da docilità, dell’atteggiamento di attesa che in realtà nasconde temporeggiamenti e insicurezze, del buonismo natalizio…da fratelli minori di Ponzio Pilato!
Maria non è la statuina con le mani giunte posta nella nicchia della chiesa: è la Madre di Dio, colei che tutte le generazioni chiameranno beata, perché ha saputo dire concretamente di sì alla chiamata d’amore del Signore! Non ha avuto paura di mettersi in gioco completamente per collaborare al progetto di Dio, per quanto incredibile e misterioso apparisse ai suoi occhi: ha creduto in Colui che è fedele, dimostrando agli uomini di tutti i tempi che “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37)!
E, allora, se vogliamo essere veri figli di Maria, abbandoniamo le posizioni di comodo nelle quali ci sentiamo rassicurati e protetti, apriamo le orecchie e il cuore alla voce del Padre e stiamo pronti, con “la cintura ai fianchi e le lucerne accese” (Lc 12,35), per risponderGli: “parla, Signore, il tuo servo ti ascolta!” (1Sam 3,10)!
Siamo sinceri con noi stessi e con Colui che “ci scruta e ci conosce” (cfr Salmo 139): quanto sono lontani i nostri “sì” dal coraggio, dalla semplicità, dalla generosità e dallo slancio di Maria?
Non sciupiamo l’occasione che questo tempo d’Avvento ci offre e preghiamo con il cuore e con la vita:
“Vorrei che il mio sì fosse semplice come il tuo,
che non avesse astuzie mentali.
Vorrei che il mio sì, come il tuo,
non mi mettesse al centro, ma a servizio.
Vorrei che il mio sì al disegno di un Altro, come il tuo,
volesse dire soffrire in silenzio.
Vorrei che il mio sì, come il tuo,
volesse dire tirarsi indietro per fare posto alla vita.
Vorrei che il mio sì, come il tuo,
racchiudesse una storia di salvezza.
Ma il mio peccato, il mio orgoglio, la mia autosufficienza,
dicono un sì ben diverso.
Il tuo sguardo su di me, Maria,
mi aiuti ad essere un semplice,
uno che si dimentica,
nella disponibilità di chi sa di esistere da sempre
soltanto come un pensiero d’amore.”

(Bruno, Vorrei che il mio sì, in “Maria…un altro racconto – Preghiere di giovani”).
Marianna Russo
del giornale Agire

1 commento:

  1. vorrei il TUO sguardo su di me.......

    E CON QUESTO DOLCISSIMO PENSSIERO A M A R I A MADRE DI GESù., MI ADDORMENTO SENTENDOMI PROTETTA
    GRAZIE MAURO

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